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Presentazione libro "La lettera svelata-Monte Ortigara 19 Giugno 1917" a Gallio

domenica 21/8/2016 alle 20:45
Libri
La lettera svelata di giglio pianezzola

Presentazione del libro sulla Grande Guerra a cura di Alberto di Giglio e Leonardo Pianezzola, Altopiano di Asiago, 21 agosto 2016

Domenica 21 agosto 2016 presso la Sala Consiliare del Comune di Gallio si terrà la presentazione del libro sulla Grande Guerra "La lettera svelata-Monte Ortigara 19 Giugno 1917", a cura di Alberto di Giglio e Leonardo Pianezzola.

Si tratta di un interessante serata storico-culturale nella quale, dalle ore 20.45, i due autori presenteranno questa loro opera, ambientata proprio sull'Altopiano di Asiago e più precisamente sul Monte Ortigara nell'anno della battaglia del 1917. Adolfo Ferrero, sottotenente del battaglione Val Dora, scrisse la lettera d'addio e testamento mandata alla famiglia poche ore prima della Battaglia dell'Ortigara, il 18 giugno 1917.

La lettera di Adolfo Ferrero

"Cari genitori, scrivo questo foglio nella speranza che non vi sia bisogno di farvelo pervenire. Non ne posso fare a meno. Il pericolo è grave, imminente. Avrei rimorso se non dedicassi a voi questi istanti di libertà, per darvi un ultimo saluto. Voi sapete che odio la retorica... No, no, non è retorica quella che sto facendo. Sento in me la vita che reclama la sua parte di sole; sento le mie ore contate, presagisco una morte gloriosa, ma orrenda.
 
Fra cinque ore qui sarà un inferno. Fremerà la terra, s’oscurerà il cielo, una densa caligine coprirà ogni cosa e rombi e boati risuoneranno fra questi monti, cupi come le esplosioni che in questo istante medesimo sento in lontananza. Il cielo si è fatto nuvoloso: piove. Vorrei dirvi tante cose... tante.... ma Voi ve l’immaginate. Vi amo tutti, tutti....
 
Darei un tesoro per potervi rivedere... Ma non posso... Il mio cieco destino non vuole. Penso in queste ultime ore di calma apparente, a te, Papà, a te, Mamma, che occupate il primo posto nel mio cuore; a te, Beppe, fanciullo innocente, a te, Nina...
 
Che debbo dire? Mi manca la parola: un cozzar di idee, una ridda di lieti e di tristi fantasmi, un presentimento atroce mi tolgono l’espressione... No, No, non è paura. Io non ho paura! Mi sento commosso, pensando a Voi, a quanto lascio, ma so di mostrarmi forte dinanzi ai miei soldati, calmo e sorridente. Del resto anch’essi hanno un morale elevatissimo.
 
Quando riceverete questo scritto, fattovi recapitare da un’anima buona, non piangete. Siate forti come avrò saputo esserlo io. Un figlio morto in guerra non è mai morto. Il mio nome resti scolpito nell’animo dei miei fratelli; il mio abito militare, la mia fidata pistola (se vi verrà recapitata), gelosamente conservati, stiano a testimonianza della mia fine gloriosa. La Madonna del Sacello di Monte Lozze, ha in mano le penne nere "spezzate, simbolo degli Alpini caduti nella battaglia
 
E se per ventura mi sarò guadagnata una medaglia, resti quella a Giuseppe. 
O genitori, parlate, parlate, fra qualche anno, quando saranno in grado di capirvi, ai miei fratellini, di me, morto a vent’anni per la Patria. Parlate loro do me; sforzatevi di risvegliare in loro il ricordo di me...
 
Che è doloroso il pensiero di venire dimenticato da essi... Fra dieci, vent’anni forse non sapranno più d’avermi avuto fratello... A voi mi rivolgo. Perdono, perdono vi chiedo, se vi ho fatto soffrire, se v’ho dato dispiaceri.
 
Credetelo, non fu per malizia. la mia inesperta giovinezza vi ha fatto sopportare degli affanni: vi prego di volermi perdonare...
 
Spoglio di questa vita terrena andrò a godere di quel bene che credo di essermi meritato. A voi, Babbo e Mamma, un bacio, un bacio solo che dica tutto il mio affetto. A Beppe, a Nina un’altro ed un monito: ricordatevi di vostro fratello. Sacra è la religione dei morti. Siate buoni. Il mio spirito sarà con voi sempre. A Voi lascio ogni mia sostanza. É poca cosa. Voglio però che sia da Voi gelosamente conservata.
 
A Mamma, a Papà lascio...il mio affetto immenso. É il ricordo più stimabile che posso loro lasciare. Alla zia Eugenia, il Crocefisso d’argento; al mio zio Giulio, la mia Madonnina d’oro. La porterà certamente. La mia divisa a Beppe, come le armi e le robe mie. Il portafoglio (L. 100) lo lascio all’attendente. Un bacio ardente d’affetto dal vostro Adolfo"

Adolfo Ferrero, oggi riposa al Sacrario Militare di Asiago.

Riproduzione riservata.
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