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Fat Bike, in bici sulle cime dell'Altopiano di Asiago anche d’inverno

Pubblicata il 18 feb 2015 alle 11.48
Mountain Bike
Fat_bike_asiago

La bicicletta con gomme di grandi dimensioni, che garantisce possibilità stupefacenti sulla neve e su terreni instabili, sta prendendo piede anche da noi.

  • Giornale l'Altopiano 31 gennaio
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Un’opportunità che non è da tutti, ma, per chi ha lo spirito e il fisico per farlo, arrivare in bicicletta d’inverno con la neve su cime come Mandriolo, Portule, Caldiera deve essere un’esperienza che regala emozioni uniche. Come è possibile pedalare su terreno innevato e fare anche tanta strada? Si sale in sella a una fat bike!
La bicicletta con le “ruote grasse”, che si può definire l’evoluzione diretta della mountain bike, è idonea a percorrere terreni cedevoli: nata in America ormai diverso tempo fa, è un fenomeno che si sta diffondendo ultimamente anche da noi. Si viaggia con gomme larghe che possono essere da 3,9” (9,6 cm) o 4,8” (12,2 cm) e a bassa pressione (dagli 0,5 agli 0,8 PSI).
Ad attirare la nostra attenzione sulle bici con le ruote grasse, o grosse che dir si voglia, sono state le foto dei nostri luoghi postate su Facebook da Jojo Dh, pseudonimo del piovenese Giorgio Canale: immagini bellissime delle mete conquistate a bordo di questo particolare mezzo. Stupende fotografie scattate durante escursioni a volte iniziate prima ancor che sorga il sole, per assistere strada facendo all’impareggiabile spettacolo del cielo che si tinge degli incredibili e accesi colori dell’alba, in contrasto con il bianco del paesaggio abbondantemente innevato.
La neve mi fa impazzire – racconta Giorgio Canale– perciò quando ho scoperto tramite altri bikers l’esistenza di questa bike, il matrimonio si è fatto! E’ una passione che nasce dal mio passato di alpinista e dal mio vivere la montagna a 360°, assiduamente, da vent’anni con trekking, ciaspolate, sci alpinismo, ferrate, arrampicate anche su cascate di ghiaccio e salite di canaloni in inverno”.


Attività sportive praticate in vari territori montani tra cui l’altopiano, dove Giorgio dice di essere “cresciuto” esplorandolo in lungo e largo.
La fat - bike è nata principalmente per essere utilizzate sulla neve – spiega – ma con il tempo si è capito che anche d’estate può dare risultati stupefacenti sui terreni più impervi e con qualsiasi tempo. Sulla neve, eccetto su quella “marcia”, ha una tenuta fantastica, ma viaggiare con gomme larghe e bassa pressione permette anche nello sterrato di superare sassi, radici e ostacoli senza accusare colpi. E’ possibile “arrampicarsi” su gradoni di roccia visto che la gomma larga avvolge sassi e spigoli, rimanendo stabile senza mai far perdere la pedalata, in particolare sulla ghiaia. A differenza delle ruote normali,  negli sterrati ghiaiosi la “fat” resta sempre in traiettoria e la senti sicura, sul fango è come un trattore, non ci si impantana e tanto meno si scivola in discesa ed è molto stabile anche su strade di ciottoli ricoperte di foglie bagnate. Con molta prudenza e sgonfiando le gomme a 0,3/0,4 PSI  è possibile superare anche il ghiaccio, purché non sia troppo in pendenza, in quel caso bisogna montante i copertoni chiodati. Una gomma larga e sgonfia lavora meglio in ogni situazione a parte l’asfalto, dove si ha un effetto ventosa, ma per brevi tratti si può fare, altrimenti bisogna gonfiare di più le gomme, o montare quelle specifiche”.
La fat – continua Giorgio – è una bike che devi prendere con lo spirito d’avventura, piano piano, senza fretta: l’importante è arrivare alla meta dove altri arrivano a piedi, con le ciaspe o con gli sci. Le emozioni che danno sono indescrivibili: puoi raggiungere vette dove trovi solo alpinisti, che ti guardano come fossi un marziano! In discesa le sensazioni sono ancora più forti perché sai che stai facendo, in sella a una bici, quello che gli altri fanno solo con gli sci da alpinismo o con le ciaspole. Altro divertimento è pedalare per i boschi innevati al sorgere del sole sulle tracce lasciate dai ciaspolatori”.
Sono in crescita gli estimatori di questa bicicletta che permette escursioni estreme, riuniti anche in un club, il Miss Grape Fat Bike Club con gruppo in face book che conta oltre 1.600 membri, tutti esclusivamente possessori di fat bike. Ogni anno nel mondo si organizzano degli eventi per ritrovarsi, a metà gennaio si è tenuto un raduno di “fat-toni” anche sull’Altopiano, al Monte Corno.

Un’ottima alternativa ai modi consueti di vivere la montagna

Un fenomeno da non sottovalutare pure dal punto di vista del richiamo turistico di sportivi appassionati di montagna, che in sella alla fat bike hanno possibilità di fruire il territorio in modo diverso, con qualsiasi tempo e situazione climatica. Tanto più in periodi di scarsità di neve, visto che le fat, a differenza di sci o ciaspole, permettono di percorrere terreni misti, partendo dunque da quote dove la neve manca, fino ad arrivare alle cime imbiancate. Avendo voglia di aprirsi alle novità, il pensare a piste appositamente battute, magari accanto a quelle per il fondo, con servizio di noleggio ed escursioni guidate potrebbe essere un buon punto di partenza per avvicinare a questo sport. Anche da noi. A Livigno, regno della bike, girare tranquillamente con la bici dalle gomme grasse sulle piste, accanto ai fondisti, è già realtà, come il trasporto in quota con impianti di risalita, per discendere poi per i sentieri del bosco.
In Cadore – dice Giorgio Canale – da qualche anno i rifugi hanno fatto un accordo che prevede l’apertura di ben 32 percorsi battuti dal gatto delle nevi per accedere a 34 rifugi in inverno con le ciaspe, partendo da monte: per noi bikers delle fat è il massimo trovare una scia battuta larga 2 o 3 metri. Nella zona di Cortina ci sono delle salite battute che portano nei vari rifugi. Oltre che lungo i sentieri del CAI, questo sport potrebbe essere praticato su una pista appositamente battuta: a Lavarone è stata realizzata una pista ad anello di 20 km. con salite, discese e salti; anche a Folgaria è previsto un tracciato battuto di circa 60 km. usufruibile a pagamento”.
Certamente la fat bike – ci dice Andrea Martini dell’Associaizone Bike Trekking – è un’ottima alternativa ai consueti modi di vivere la montagna durante la stagione invernale. Noi stiamo organizzando delle facili escursioni in bicicletta anche in questo periodo su tracciati tipo quello della strada del trenino, ma penso che se, come è possibile trovare in altre località, ci fossero dei percorsi semi- battuti sulla neve si potrebbero proporre delle uscite guidate dove, oltre alle nozioni tecniche su come pedalare d’inverno, si potrebbe raccontare il nostro territorio, abbinando il tutto al ristoro nei rifugi e alla promozione di prodotti tipici”.


Silvana Bortoli

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