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Terminate le riprese del film di Ermanno Olmi girato sull'Altopiano di Asiago

Pubblicata il 3 mar 2014 alle 11.49
Cinema

Riprese notturne sul set a Dosso di Sopra, Val FormicaTerminate le riprese del film di Ermanno Olmi sulla Prima Guerra Mondiale girato sull'Altopiano di Asiago 7 Comuni

  • Giornale l'Altopiano 1 marzo
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Con la simulazione di un bombardamento sulla trincea ricostruita al Dosso di Sopra, si son concluse alcune sere fa le riprese del film di Ermanno Olmi sulla prima guerra mondiale, girato in Altopiano tra i Larici, la Val Giardini e lo Zebio.

È stata una vera battaglia, al di là di ciò che il film racconta, quella che il regista e il suo staff  han dovuto combattere contro il tempo meteorologico, all’inizio perché la neve tardava ad arrivare e poi perché ne è arrivata troppa e ha nevicato spesso. Una battaglia alla quale infine gli uomini si son dovuti arrendere alla natura, adeguandosi e, da quel che è stato possibile percepire, facendo degli adattamenti alla storia, o comunque  modificando alcune scene e cambiando spesso in corsa la scaletta delle riprese.

Sarà forse proprio per le condizioni incerte e imprevedibili del tempo, con i vari slittamenti che ne sono conseguiti, che quella che agli inizi sembrava dovesse essere un’esperienza leggera e divertente per il gruppo di comparse e protagonisti con piccole parti scelto tra gli “aspiranti attori” locali, alla fine si è rivelata invece piuttosto impegnativa, se non altro per il fatto di non sapere mai con certezza quando sarebbe arrivata la chiamata per essere presenti al momento delle riprese e per i numerosi cambiamenti di programma all’ultimo momento.

Su tutto è stato mantenuto, per quanto possibile, il totale riserbo, anche se coloro che sono stati impegnati in vari modi durante le fasi di lavorazione del film, qualche aneddoto divertente o curiosità con gli amici se li son lasciati scappare.

La gran parte di loro concorda nel dire che, tralasciando quella che è stata una sorta di disorganizzazione generale con l’unica attenuante che la causa fosse data proprio dalla componente imprevedibile del meteo, si sia trattato di un’esperienza positiva, che ha permesso di scoprire in prima persona il mondo del cinema, di sorprendersi delle trasformazioni che il trucco riesce a fare, delle strategie che vengono messe a punto per rendere la finzione cinematografica il più possibile simile alla realtà.

Ermanno, il maestro, ha incantato tutti con il suo modo di lavorare, la sua costante presenza fino a notte inoltrata, imbacuccato dalla testa ai piedi per proteggersi dal freddo, ma sempre lì, al suo posto, attivo, preciso e sicuro nella sua attività di regista dalle eccezionali capacità. Non è stato facile per nessuno dover lavorare dal tardo pomeriggio fino abbondantemente dopo la mezzanotte, come è spesso accaduto, in luoghi dove son caduti metri di neve che han ricoperto le scenografie realizzate con grande impegno e competenza da artigiani del posto sotto la guida di professionisti del cinema.

Grande è stata la fatica di spalare la neve per liberare i siti delle riprese, e poi girare, magari in marcia, mentre le gambe sprofondavano fino alle ginocchia nella coltre bianca. Spostarsi a bordo di motoslitte, caricare le attrezzature sul gatto delle nevi, ripararsi dal freddo … alla fine, tra gli addetti ai lavori, c’è stato chi simpaticamente ha iniziato a fare il conto alla rovescia delle ore in cui avrebbe detto addio alla neve,  auspicando un futuro lavoro al caldo … addirittura nel deserto!

Ma forse proprio il dover lavorare in condizioni difficili, è stato motivo di ulteriore unione tra la troupe e la gente del posto, fra tutti coloro che tanto, o poco, sono stati coinvolti in questo progetto cinematografico, che verrà ufficialmente presentato in una conferenza stampa in programma il 14 marzo ad Asiago.

In quell’occasione verrà svelato il titolo definitivo dell’opera di Olmi, prodotta da Cinema Undici e Ipotesi Cinema con RAI Cinema, che probabilmente verrà cambiato rispetto a quello già annunciato “15-18, l’Italia in guerra”.

Silvana Bortoli

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