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Artemusica Cultura - Gallio Film Festival - Note in bianco e nero

giovedi 2/8/2018 alle 21:00
Cultura
08 02 film muti chaplin foto

Artemusica Cultura - Note in bianco e nero - Proiezione dei film muti “La maschera di ferro”, “Il Pellegrino” di C.Chaplin con accompagnamento di musica dal vivo: M° Annibale Rebaudengo, pianoforte

Artemusica cultura - “Note in bianco e nero” - Proiezione dei film muti “La maschera di ferro” e “Il pellegrino”, tra i migliori cortometraggi di C.Chaplin con accompagnamento di musica dal vivo: M° Annibale Rebaudengo, pianoforte

Continua la collaborazione di Artemusica Cultura con l’Associazione Gallio Film Festival, per “Note in bianco e nero”, serata che prevede la proiezione di film muti accompagnati da musiche dal vivo.
L’appuntamento è fissato per giovedì 2 agosto, alle ore 21,00, presso la Sala Consigliare di Canove, con la proiezione di due dei più celebri cortometraggi di Charlie Chaplin,” La maschera di ferro” ed “Il pellegrino” con musica di pianoforte dal vivo del M° Annibale Rebaudengo.

Come sempre l'ingresso è gratuito.
Per maggiori informazioni:
          

Annibale Rebaudengo è stato docente di Pianoforte al Conservatorio “G. Verdi” di Milano dove ha insegnato anche Metodologia dell’insegnamento strumentale e 08 02 annibale rebaudengoImprovvisazione. Da tre decenni svolge attività di formazione e aggiornamento degli insegnanti di strumento in istituzioni pubbliche e private. Per i pianisti ha pubblicato Leggere e improvvisare, Carisch, 2008: un testo dedicato alla lettura a prima vista e all’improvvisazione. Come concertista ha suonato con il Trio Casella, in Duo pianistico con M. Cristina Carini e con il violoncellista Aldo D’Amico. Ha vinto a Parigi il Grand Prix du Disque con il contralto Clara Wirz con un’incisione di Lieder di Schumann. Attualmente tiene concerti come solista, con il soprano Valentina Pennino e in duo pianistico con Giovanna Tamburrino con la partecipazione della danzatrice Daria Fratto. Da pochi mesi è uscita una sua registrazione con Francesca Pagnini di tutte le Sonate di J. S. Bach per flauto e tastiera, in questo caso per flauto e pianoforte, doppio CD, Veermeer. Ha sonorizzato al pianoforte film muti per diversi edizioni del Gallio Film Festival in collaborazione Artemusica Cultura di Roana.

La maschera di ferro

Ci sono dei punti fermi nella vita di un uomo che lo accomunano agli altri senza distinzione d'età, censo, classe sociale: la passione per lo sport, la passione per l'alcool e la passione per le donne. Può succedere che una di esse prenda il sopravvento, rompendo il delicato equilibrio esistenziale, nello specifico quello matrimoniale, come quando l'alcool ottenebra la mente del ricco e distratto marito che dimentica sia di indossare i pantaloni, con conseguente scandalo ed imbarazzo, sia l'arrivo della giovane moglie alla stazione ferroviaria dove avrebbe dovuto recarsi ad accoglierla.

Sulla stessa carrozza, o meglio, sotto la carrozza in un vano attrezzi, viaggia anche il vagabondo, intenzionato a concedersi un po' di relax presso il campo da golf della rinomata località turistica in cui abitualmente i ricchi scendono per le loro vacanze e i loro divertimenti. Il vagabondo ha con sé tutta l'attrezzatura necessaria al gioco, ma si è dimenticato la pallina e finisce per innescare una serie di risse quando s'impossessa delle palline lanciate sul campo da altri giocatori.

La moglie trascurata, nel frattempo, raggiunge in albergo il marito distratto e gli comunica la decisione di troncare il rapporto.

Sul campo da golf la situazione si complica per il vagabondo che viene ingiustamente accusato della rapina ai danni di un signore. Per sfuggire all'inseguimento del poliziotto si rifugia nell'albergo dove, per sua fortuna, è in corso un ballo mascherato, per cui il suo abbigliamento trasandato viene passato per un travestimento. La mogliettina trascurata soffre di solitudine ed invia un biglietto al marito dicendosi disposta al perdono purché questi la raggiunga, mascherato, al ballo a cui ella sta già partecipando. Il marito s'inventa un travestimento con un'armatura da cavaliere medievale, ma un brusco movimento fa scendere la maschera metallica dell'elmo sul viso, impedendogli il rifornimento di alcool al quale si stava apprestando e facendolo tardare nel tentativo disperato ed infruttuoso di risollevare la maschera.

Alla moglie spazientita per il ritardo del consorte appare il vagabondo, simile come una goccia d'acqua a lui (ma il vagabondo ignora la somiglianza) ed ella si scioglie in un tenero e caloroso abbraccio. Charlot, superato il primo attimo di sconcerto, si concede generosamente alle effusioni della graziosa signora. A questo punto irrompe la maschera di ferro che aggredisce l'ignaro vagabondo ed ingaggia con lui una rissa ed un inseguimento che coinvolge anche il padre della ragazza, schierato a favore del vagabondo che crede essere il suo legittimo genero. Una volta immobilizzato il cavaliere medievale, grazie ad un apriscatole, Charlot riuscirà a liberare dalla maschera il volto del contendente rivelandone l'identità, tra lo stupore suo e dei presenti, perché il suo volto è identico al proprio.

Ristabilite le parentele il vagabondo sarà cacciato dal genitore della bella. Ma questa, memore dei modi galanti e delle attenzioni di Charlot, in tutto diverso dal consorte, induce il proprio padre a scusarsi col vagabondo che in risposta, nel suo stile irriverente, gli sferra una poderosa pedata approfittando per allontanarsi definitivamente.

Il pellegrino

Evaso dal carcere di Sing Sing, Charlot si spoglia della divisa carceraria impossessandosi dei primi abiti civili a portata di mano: quelli di un ministro del culto evangelico sorpreso a bagnarsi al fiume. Così camuffato si presenta alla società civile che vede in lui un pastore, ma nell'intimo egli sa di essere un ergastolano in fuga e come tale reagisce e filtra gli atteggiamenti del mondo intorno a lui: la vista di un poliziotto gli provoca il collasso, un semplice gesto di saluto, lo fa trasecolare sospettando qualche possibile intenzione recondita e potenzialmente fonte di pericolo.

Prende un treno per una direzione qualsiasi affidandosi al destino, si accomoda nella carrozza a fianco di un viaggiatore ignorando essere uno sceriffo, accortosene scende immediatamente alla prima fermata ritrovandosi in un tipico paesino dell'Ovest dal nome benaugurante (si fa per dire), letteralmente: "il dirupo dell'uomo morto". Una piccola folla acclamante gli si fa incontro felicitandosi con l'esterrefatto Charlot: si tratta dei fedeli della locale missione evangelica accorsi ad accogliere il loro nuovo pastore che ha preannunciato l'arrivo telegraficamente, e che visto scendere Charlot credono sia lui il loro l'uomo. Tra i fedeli il volto fascinoso di una ragazza ammalia il falso pastore, trattenendolo dall'istinto alla fuga, predisponendolo al ruolo inconsueto di pastore d'anime, che non ha però ancora scorto lo sceriffo del paese, trasecolando al momento delle presentazioni. Tra gli abitanti della cittadina, il volto familiare di un ex compagno di cella che ripresosi dallo sgomento si fa avanti per salutarlo cameratescamente, ma subito viene zittito e snobbato dal pastore.

La funzione è la prima prova pubblica e se la caverà, il pastore, con un'originalissima predica ispirata alla vicenda biblica di Davide e Golia, destando un po' di sconcerto tra i fedeli per lo stile disinvolto. Si appassionerà il pastore all'andamento della questua addossandosi la responsabilità della custodia del raccolto.

L'alloggio assegnatogli dalla comunità è presso una devota credente e madre della ragazza adocchiata da Charlot, che ben volentieri si presta ai convenevoli e al rituale di presentazioni dei membri della comunità: tra questi una famiglia con un bambino terribile e dispettoso che metterà a dura prova la pazienza del pastore; in visita anche l'ex compagno di galera del pastore, attirato dal patrimonio della comunità custodito dalla madre della ragazza e padrona di casa. Avrà il suo da fare Charlot a tenere a bada le ben poco edificanti intenzioni del collega, preoccupandosi di salvaguardare le simpatie della ragazza e non ultimo la propria incolumità dovendo però soccombere alla fine, dopo la colluttazione con l'ex compagno d’università (così si sono spacciati nelle presentazioni ufficiali), il quale riesce ad impossessarsi del denaro custodito dalle due donne.

La denuncia del furto non sorprende lo sceriffo, nel frattempo informato della vera identità del pastore: egli stesso parteciperà degli eventi l'intera comunità, sgomenta e incredula.

Charlot folgorato dalla disperazione della ragazza e della di lei madre, in un bagliore di dignità, infusagli forse anche dall'abito talare indossato, rintraccia il compare nel saloon della cittadina, recupera il denaro e lo restituisce alle proprietarie, ma lo sceriffo in agguato cattura Charlot e ammanettatolo si appresta a riconsegnarlo all'istituzione penitenziaria, apparentemente sordo alla richiesta di clemenza della ragazza commossa dal gesto del redento peccatore. Lo sceriffo a cavallo, il malvivente al seguito diretti al luogo di detenzione, fiancheggiano il confine tra lo stato americano e il Messico, invano lo sceriffo invita il galeotto ad oltrepassare la linea di demarcazione che divide gli stati e il destino di prigionia che lo attende al di qua dalla libertà dell'altra parte: dovrà prendere a calci l'ingenuo Charlot per indirizzarlo verso il confine, concedendogli la possibilità di fuga e di riconquistarsi la libertà.

 

 

 

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