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Itinerario ad anello da Contrada Ave al Prunno con rientro ad Asiago

Itinerari per escursioni

Sentiero Contrade a Sud di Asiago Itinerari per escursioni e passeggiate: Percorso ad anello da Contrada Ave al Prunno con rientro ad Asiago

CARATTERISTICHE DEL SENTIERO

Percorso ad anello per il primo tratto fino al sommo di Contrada Ave su asfalto; dal colmo al rientro (S. Maria Maddalena) sterrato con fondo in buone condizioni.
Trattasi di un percorso anulare, assai adatto al turista che, soggiornando nel capoluogo altopianese, desideri fare una passeggiata - partendo dal luogo in cui alloggia - senza spostare la macchina. La cappella votiva a S. Carlo è infatti raggiungibile in pochi minuti a piedi dal centro cittadino.

ITINERARIO: Contrada Ave - Prunno - Asiago
 
Indicazioni tecniche
Grado di Difficoltà: Facile
Dislivello: 100 metri
Altitudine min: 1.000 m slm
Altitudine Max: 1.097 m slm
Lunghezza: 6 Km
Tempo di Percorrenza a piedi: 3h circa (andatura turistica)
Mezzi: a piedi - mountain bike - cavallo - ciaspole

COME RAGGIUNGERE IL PUNTO DI PARTENZA

Dal centro di Asiago, si percorre verso sud il corso principale e si arriva all'incrocio che sulla destra porta in direzione Vicenza; qui, si prosegue dritto in direzione Bassano/Ospedale, lasciando sulla sinistra il Museo delle Carceri (ben visibile, in pietra bianca); si prosegue seguendo le stesse indicazioni (Bassano/Ospedale) fino alla chiesetta di S. Carlo, considerando questa quale punto di partenza effettivo del percorso: qui si imbocca la strada a destra, che porta in Contrada AVE. 

DESCRIZIONE DELL'ITINERARIO DELLE CONTRADE A SUD DI ASIAGO

Imboccata  via Don Viero, si incontrano poche abitazioni vecchie e nuove e, sulla destra, l'alveo del torrente Ghelpack (torrente: pack, proveniente da Ghel: Gallio), sulla sinistra la collina del Bellocchio, area dove sono sorti in epoca fascista i primi impianti sciistici e il primo trampolino dell'Altopiano, entrambi dismessi. (In quest'area ha avuto effettivo inizio il turismo invernale in Altopiano). 

Lasciati a sinistra in semicurva i vecchi piloni d'illuminazione per lo sci notturno, si inizia la breve salita che porta “alle Ave”, come è antica consuetudine definire la contrada. Il toponimo non deriva, come si potrebbe pensare, dal latino abes (api, pur presenti), o aves (volatili), ma dal cimbro l'aba - laben: sia pozze di abbeveramento, che pascoli (Rizzolo, Toponomastica).

E' proprio percorrendo la piccola contrada in tutta la sua lunghezza che realizzi di essere letteralmente immerso nel verde, un verde che si spinge fino alla linea di demarcazione fra terra e cielo in andamento altalenante: sullo sfondo a sinistra, le Melette, sulla destra, il Toraro, il Pasubio e, in lontananza, il Gruppo del Brenta. Il procedere facile consente di gustare appieno l'immagine dolce del territorio, che sa infondere un gran profondo senso di pace. All'apice della contrada, si imbocca direttamente il sentiero sterrato che affianca l'edificio (un ex-allevamento di pollame), ora destinato ad uso abitativo. Il sentiero scollina leggermente ed entra in mezzo ai pascoli portando agilmente al primo incrocio: a destra verso il Lazzaretto, a sinistra verso Cesuna (strada del Folo: anticamente esisteva in contrada, un rigagnolo che faceva girare un follone battipanni).

La direzione da prendere è sulla destra, verso il Lazzaretto. Per raggiungerlo, il sentiero si inerpica leggermente in mezzo a un bosco lussureggiante di abeti dal fitto sottobosco, oltrepassa sulla sinistra un muraglione di pietra rossa di Asiago (resto di un'antica cava, attività storica del territorio).

L'ammonite rossa assai pregiata - residuo sedimentario del fondale del mare tropicale denominato Tetide - viene tuttora inviata in Valpolicella, dove non si estrae più...e cambiando nome: marmo rosso di Verona!), che riporta su tabella una frase di Rigoni Stern tratta da “Uomini, boschi e api”.

Chiesetta

In breve, ecco il prato del Lazzaretto. L'immagine della croce e della chiesetta (a.1655) lascia a bocca aperta e la soavità del luogo non lascia minimamente intuire la tragedia del passato, quando la peste del '600 mieté centinaia di vittime, che proprio lì venivano trasportate per evitare il contagio, ad incontrare la morte. Il Lazzaretto è tappa principale della tradizionale Rogazione (dal latino rogare = pregare), che  ha luogo a maggio, quale voto per la cessata epidemia. E' un rito di ringraziamento e di fatica attorno al comune di Asiago (oltre 30 Km!), che si rinnova da 400 anni, quale momento di raccoglimento ma anche di gioia e che accomuna tutti gli asiaghesi, anche gli emigranti, che rientrano apposta perfino dall'Australia per parteciparvi. E' un mix di cattolicesimo e paganesimo, vedi il dono delle uova dipinte, retaggio celtico e simbolo di fecondità.

Lasciato un fiore sul cancelletto della cappella si prosegue in mezzo al bosco seguendo il sentiero principale in leggera discesa che, agilmente, porta al sottopasso della statale per Bassano. Abbandonata la traccia principale si prende il viottolo a scendere sulla destra, dove una breve erta porta al piazzale e alla baita Prunno, “luogo di ristoro” prescelto. Il toponimo “prunno” viene dal cimbro (prun) quindi dalla madrelingua tedesca (brunn) e significa sorgente/fontana. E un'antica sorgente c'era davvero ed è stata da poco recuperata dal gestore della baita, Edoardo Leoni, incuriosito dal tipo di vegetazione prettamente acquatica dell'area. (Per questo suo intervento è stato premiato dal Gruppo Speleologico 7 Comuni).

Eccola la sorgentina, subito dopo lo spiazzo sulla destra, ben protetta da stoan platten (le antiche recinzioni in pietra/stoan - stone in inglese) che abbondano dimenticate ovunque, a fiancheggiare il proseguo dell'itinerario. E' questa un'immagine che commuove e che fa comprendere come fosse fatta di piccole cose, di piccole dimensioni, la vita degli antenati; di ritmi e gesti semplici, di povere cose, travolti dall'evento spartiacque del '15/'18: la guerra che tutto ha cambiato, che tutto ha mutato, cancellando in un sol colpo, una storia ultracentenaria e marchiando inesorabilmente il territorio.

Itinerario Contrade a Sud di Asiago

Il sentiero porta velocemente in Contrà Clama (Klama: strettoia della valle; altro toponimo cimbro),  affiancando la recinzione dell'allevamento di animali selvatici - cervi, caprioli - e incrocia a destra il capitello (1893), dedicato a S. Peter, che denomina questo tratto di percorso: 4 case contadine, con stalle, bestiame, orti. Di questo si viveva una volta in tutte le periferie, in tutte le contrade e l'economia era prettamente silvo-pastorale. Attraversato il ponticello di accesso a Contrà Clama si prosegue lungo il budello erboso sommerso dalla vegetazione. Qualche panchina consente una sosta prima di raggiungere l'obiettivo: la chiesetta di S. M. Maddalena, collocata fra la strada  per Gallio e  “i Pennar”, l'Osservatorio astrofisico e la statale per Bassano. Anche lì è doverosa una pausa per meditare o pregare o anche solo leggere i segni del passato e meglio comprendere il presente.

Il centro cittadino è a portata di mano, un tratto di marciapiede riporta in 10 min. di fronte al Museo delle Carceri e al punto di partenza, chiudendo degnamente uno dei pochi itinerari ad anello presenti sul territorio.

Beppa Rigoni Scit

Profilo piano altimetrico Itinerario Contrade a Sud di Asiago

Riproduzione riservata. Si declina ogni responsabilità nel caso di danni a persone e cose accaduti percorrendo questo itinerario.