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Libro AUSTRIACI ALL’ATTACCO - La Strafexpedition nel Racconto dei Protagonisti

Storia

Austriaci all'Attacco - La Strafexpedition nel Racconto dei Protagonisti

Il libro AUSTRIACI ALL’ATTACCO. La Strafexpedition nel Racconto dei Protagonisti. Di Alessandro Massignani e Paolo Pozzato con foto dall'Archivio Storico Dal Molin

  • Titolo Austriaci all'Attacco
  • Sottotitolo La Strafexpedition nel Racconto dei Protagonisti
  • Pagine 360
  • Prezzo di copertina € 21,00
  • Casa Editrice Itinera Progetti
  • Autore/i Paolo Pozzato (Autore), Alessandro Massignani (Autore)
  • Data Pubblicazione 2006
  • ISBN 10 8888542213
  • ISBN 13 978-8888542218
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Se c’è un evento significativo che caratterizza la Grande Guerra sui monti vicentini e la sua memoria storica, un evento che fece “sentire” la guerra ai vicentini, fu senza dubbio l’offensiva austroungarica del maggio 1916, meglio nota come Strafexpedition.

Il giornalista Giuseppe De Mori dipinse in quei giorni in maniera efficace l’inizio dell’incubo:

«Un boato sinistro scosse i monti nel pomeriggio del 14 maggio, divenne più frequente e più veemente durante la notte, infocando le cime, ruppe in uragano il mattino del 15. Da Rovereto a Borgo, dall’Adige al Brenta, ma soprattutto fra la Posina e l’Astico s’era scatenata la battaglia. L’Arciduca ereditario d’Austria era salito sul Sommo di Folgaria ed aveva dato il segnale dell’attacco per ‘la conquista di Vicenza...».
 

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Pur lontani questi ricordi furono tramandati nella tradizione orale che riecheggia momenti bui e paurosi quando i lampi notturni e il sordo brontolio del cannone sulla minacciose sommità dei monti circostanti sembravano preludere all’improvvisa evacuazione della popolazione verso terre lontane e sconosciute portando con sé poche cose messe insieme nel brevissimo tempo concesso dalle autorità militari.

L’offensiva di primavera del 1916 del Sudtirolo, per gli italiani “l’offensiva austriaca nel Trentino”, si guadagnò il popolare nomignolo di Strafexpedition sia negli ambienti militari austriaci sia tra gli italiani che ne erano venuti a conoscenza, grazie all’efficienza dell’Ufficio informazioni della 1ª armata, a causa della sua natura psicologicamente ben definita di una resa dei conti con l’ex alleato Regno d’Italia.

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Assai rilevante per la provincia di Vicenza, l’importanza strategica della Strafexpedition nel quadro generale della guerra appare limitata, almeno a giudicare dai testi generali di storia della prima guerra mondiale: ne parla ad esempio con scarsa cognizione di causa Lloyd George nelle sue memorie e in maniera fuorviante Norman Stone nel suo studio sulla guerra all’Est.

Truppe austriache in addestramentoTuttavia se ne esaminiamo le conseguenze possiamo constatare come essa abbia costituito per la condotta della guerra dell’Austria-Ungheria un momento di enorme importanza, poiché il risultato definitivo dell’offensiva non fu soltanto il suo fallimento, ma, a causa del contemporaneo disastro sul fronte russo provocato dall’offensiva del generale Aleksiei Aleksieevich Brussilov e la conseguente richiesta del concorso tedesco, la fine dell’autonomia militare e politica dell’Austria Ungheria nei confronti del più potente alleato germanico.

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Per gli italiani si è trattato invece della prima operazione difensiva, in cui l’efficienza dell’esercito di Cadorna fu messa alla prova: mai prima era stato calpestato il suolo patrio in una guerra offensiva che aveva visto le truppe italiane avanzare in territori della Monarchia. Il significato meno appariscente di questa operazione è però la sua audacia in relazione ai tempi, che diede luogo ad una grande battaglia moderna in montagna, fino oltre i 2000 m, coinvolgendo due armate austro-ungariche quando la stagione era ancora sfavorevole.

Ricordiamo che la guerra in montagna si è sviluppata nel primo conflitto mondiale essenzialmente sui fronti balcanico ed italiano e che fino al 1904 non erano state previste da parte dell’Austria-Ungheria operazioni militari nel Trentino, né del resto da parte italiana.

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Reparto austriaco posa in trinceaFino all’inizio del secolo, infatti, la maggior parte delle regolamentazioni prevedeva che le zone di montagna potessero costituire zona di passaggio per il fondovalle o al massimo zone secondarie di operazioni di piccoli reparti.

Per operare in alternativa alle tradizionali vie di invasione delle valli occorrevano truppe appositamente addestrate ed equipaggiate come gli alpini o i Kaiserjäger e i Landschützen, sul versante austriaco, secondo i concetti della guerra in montagna che alcuni pionieri propugnavano. Del resto gli “altipiani” apparivano come un terreno adatto ad operare con la fanteria quasi quanto una pianura sopraelevata, ma questo sarebbe stato illusorio rispetto alle difficoltà logistiche che l’operazione implicava.

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