Benvenuti sull'Altopiano di Asiago 7 Comuni

7 Comuni tutti da scoprire

Asiago Enego Foza Gallio
Lusiana Conco Roana Rotzo

Se vi piace l'Altopiano di Asiago cliccate su

l'Altopiano di Asiago 7 Comuni

News e Articoli

Aspettando il premio Mario Rigoni Stern per la letteratura multilingue delle Alpi

Pubblicata il 17 mar 2014 alle 19.06
Libri

Aspettando il Premio Mario Rigoni SternAspettando il premio Mario Rigoni Stern, dedicato al noto scrittore di Asiago, per la letteratura multilingue delle Alpi

  • Giornale l'Altopiano 15 marzo
  • L’articolo è tratto dal numero del quindicinale L’Altopiano di sabato 15 marzo, acquistabile in tutte le edicole dell’Altopiano.
     
  • Premi il tasto per altri articoli del Giornale L’Altopiano e maggiori informazioni.
  • Visita Pagina

Certe interviste forse non andrebbero pubblicate, la montagna e la morte impongono silenzio: questo forse direbbe Mario Rigoni Stern e la scelta di sua moglie Anna di non parlare del marito è sicuramente in linea con questo pensiero. Lei, signora austera e riservata, non si perde in chiacchiere: ha sempre preferito restare saggiamente nell’ombra, sostenendo semplicemente la scelta di Mario di raccontare, di non dimenticare ciò di cui, suo malgrado, era stato testimone.

Ma oggi, quando ormai il Premio Mario Rigoni Stern per la letteratura multilingue delle Alpi è giunto alla sua quarta edizione (si attende, infatti, per il 29 marzo il verdetto della giuria riunitasi a Riva del Garda per la sezione narrativa), mi chiedo quale sia la vera eredità che Mario ci ha lasciato. Purtroppo non ho fatto in tempo a rivolgermi a lui di persona: andai a fargli visita soltanto una volta ed ero veramente troppo giovane per dar voce alle molte, confuse domande che avrei voluto porgergli.

Così, in questi giorni, trovandomi a chiacchierare con suo figlio Alberico, impossibile non chiedere e non domandarsi ciò che resta di una figura sicuramente decisiva per le nostre terre e la nostra formazione. “Sicuramente – ha ricordato il figlio - restano le scuole, le biblioteche che a lui continuano a essere intitolate” - come mostrano i casi della Scuola Primaria Mario Rigoni Stern di Montecchio Precalcino (Vi) o la Biblioteca civica Mario Rigoni Stern di Bellusco (MB) -, segno dunque che Mario ha lasciato traccia nella coscienza collettiva delle nostre comunità grazie al suo incessante pellegrinaggio nelle scuole, nel giusto intento di cercare di spiegare quell’orrore indicibile a chi non l’aveva conosciuto.

Ma oltre a questo segno, concreto e morale nel contempo, lasciato in eredità alla nostra geografia civica, resta il sospetto che lo scrittore abbia toccato corde ancora più profonde del nostro sentire, e che il suo lascito sia, in realtà, qualcosa di decisamente meno materiale, ma non per questo meno prezioso.

Chiedo ad Alberico come, a oggi, la figura di suo padre venga percepita dalla gente, dai lettori, e così mi ritrovo, sulle prime, un poco sorpresa nel sentirmi rispondere che le copiose lettere che ancora vengono indirizzate alla famiglia Stern non provengono tanto da reduci o figli di reduci, ma da persone che soffrono. “Ci scrive soprattutto chi sta affrontando una grave malattia, o chi ha perso di recente una persona cara, come la moglie o un figlio: dicono che leggere le pagine di mio padre dà loro la forza di affrontare con maggiore coraggio il proprio dolore” – mi svela Alberico.

E allora capisco. Capisco che Mario non ha espresso nei suoi scritti solo la sofferenza dell’esperienza della guerra o della vita di stenti che ha caratterizzato la gente dei nostri monti sino a pochi anni addietro. Capisco che Mario non ha scritto solo per sé, per i reduci o per la povera gente di montagna che “moriva in guerra e tribolava in pace”, come sbotta in un moto di rabbia il padre di Matteo nell’Anno della vittoria. Mario ha scritto per tutti, come solo i veri scrittori sanno fare, intuendo che la sofferenza è parte ineliminabile dell’esperienza umana.

Questa la grande lezione che Stern ha imparato percorrendo le vie del soldato e del montanaro. Questa la grande lezione della montagna ai suoi figli, che a loro insegna l’umiltà rispetto a una natura che non va tanto domata, ma accettata e coltivata - non rinunciando a prendere da essa ciò che è necessario -, per imparare infine a farne parte e a convivere con essa. Questa la lezione dell’inutile spreco di vite che fu proprio della guerra e della rinascita che da essa, comunque, seguì. Questa la lezione della malattia, che misura i nostri limiti, ma che, nel contempo, ci fa scoprire risorse inattese.

Resta solo da attendere il verdetto della giuria di Riva del Garda, composta da nomi quali Eraldo Affinati (curatore del Meridiano che raccoglie l’opera completa di Stern), Marie Hélène Angelini (già docente di italianistica presso l’Università di Nizza e traduttrice in francese di Stern), Margherita Detomas (giornalista, scrittrice e esperta di lingue alpine), Paola Maria Filippi (docente di letteratura tedesca e traduzione letteraria presso l’Università di Bologna), Graziano Riccadonna (studioso di storia moderna e contemporanea regionale), Paolo Rumiz (scrittore, giornalista e inviato in zone di guerra).

Sapremo dunque chi, fra gli scrittori delle Alpi, avrà raccolto questa preziosa eredità lasciata da un sergente, un montanaro che ha saputo scrivere per tutti.

Michela Rodeghiero

Nota da Asiago.It

Il vincitore del premio è stato comunicato dopo la messa in stampa del giornale. Si tratta di MAURO CORONA con il suo libro "La Voce degli Uomini Freddi".

 

Riproduzione riservata.
info_outline

Stai pianificando la tua vacanza o il tuo weekend in Altopiano?

Scopri dove dormire e dove mangiare sull’Altopiano di Asiago Sette Comuni