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La pecora fodata ancora protagonista: tanti eventi in onore dello storico ovino

Pubblicata il 15 ago 2018 alle 14.25
Tradizione

Festa della Pecora di Foza

  •      Giornale l'Altopiano 11 agosto 2018
  • L’articolo è tratto dal numero del quindicinale L’Altopiano di sabato 11 agosto 2018, acquistabile in tutte le edicole dell’Altopiano.
     
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Partita in sordina alcuni anni fa, la manifestazione in onore della pecora ‘fodata’ (di Foza) è cresciuta di anno in anno tanto da diventare, per il paese che ne è la culla, uno degli avvenimenti di punta dell’estate. Attesa da molti perché unica nel suo genere, richiama turisti ed appassionati da tutta la regione.

La festa si tiene l’ultima domenica di agosto e viene puntualmente preparata con iniziative varie (conferenze, incontri, proiezioni), mirate a far conoscere - scoprire o riscoprire - la pastorizia, un’attività che per più di cinque secoli fu un pilastro dell’economia di Foza e di tutto l’Altopiano. Dimenticata da molti, negli ultimi decenni di essa si è parlato poco, quasi a vergognarsene, forse per la vita ‘raminga’ condotta dai pastori transumanti. E se ne stavano perdendo le tracce. Lo ha ricordato Francesca Rodeghiero durante la serata di apertura del programma da lei elaborato per l’edizione 2018 della festa, che ha visto la sala multimediale del locale Museo gremita di persone, in omaggio ai lavori di ieri e alle donne di oggi che li ripropongono.

Una iniziativa, come le altre, tesa a documentare il nostro passato, che permette di riscoprire una storia che alcuni non sapevano di avere. Ecco allora l’opportunità di riannodare i fili della memoria collettiva, fili strappati o resi esili dagli eventi. La ricerca che riguarda il nostro passato è importante per tutti, al fine di recuperare un forte senso di identità, ha ricordato la conduttrice della serata, ma è fondamentale per i giovani, che dovranno riscoprire la propria origine perché, come ha affermato, è la radice che porta la pianta. Di storia e di tradizioni si parlerà anche nei prossimi incontri, con la presenza di illustri relatori, particolarmente legati a tali tematiche e al paese. 

Sabato 11 agosto, una serata da non perdere. Sarà relatore Angelo Chemin, storico del paesaggio, già professore all’Università IUAV di Venezia. In qualità di curatore della Biblioteca del Monastero di Campese ha potuto consultare molti importanti documenti ivi conservati, riguardanti proprio la comunità di Foza, che ricadeva sotto la giurisdizione di quel Monastero. Parlerà della pastorizia e delle vie della transumanza lungo il Canal di Brenta (ancora poco indagate). C’è molta attesa per la sua relazione perché toccherà un tema finora rimasto sottotraccia: la presenza di pecore e pastori nella pala della chiesa parrocchiale di Foza, opera del XV secolo attribuita, vuoi alla scuola dei Nasocchi, vuoi a Francesco Dal Ponte (padre). 

Oltremodo interessante si preannuncia anche l’appuntamento di sabato 18 agosto che vede la presenza di Santo Lunardi, già professore di fisica all’Università di Padova, autore di importanti studi e di molte qualificate pubblicazioni. Come si evince dal cognome, è originario di Foza a cui lo vincola un forte legame, essendo nipote di pastori trasferitisi nella pianura veronese dove avevano la consuetudine di svernare con il gregge. Ci racconterà della sua famiglia e di molte altre insediatesi, come la sua, lungo l’Adige. Le conferenze si terranno nella sala multimediale del Museo di Foza, con inizio alle ore 20.30

Il percorso di avvicinamento alla festa continua quindi con un convegno di studio sul recupero della pecora di razza Foza, in programma per sabato 25 agosto, alle 10.30 sempre presso il Museo.

Questa storica razza di ovini, come si sa, era a rischio estinzione essendone rimasti soltanto pochi capi ma, grazie soprattutto all’impegno di Filippo Menegatti e della su famiglia, si è messo in moto uno sforzo collettivo per salvare le ultime pecore di questa gloriosa razza. Da qualche anno, è in atto un progetto della Regione Veneto mirato al suo recupero.

La festa

Foza dedica l’ultima domenica di agosto alla sua pecora. Selezionata dai pastori ‘fodati’ (dai quali prese il nome) e rinomata per la sua lana abbondante, lunga e particolarmente adatta alla tessitura, si diffuse in un’area molto vasta, tanto da essere identificata con la pecora vicentina. Fece la fortuna di tante tessitorie della pianura, che mandavano intermediari a comperare la lana dai pastori ancora prima della tosatura. E saranno proprio la tosatura e tutti gli altri lavori della lana a costituire il clou di questa festa ideata anni fà da G. Francesca Rodeghiero, che ne è tutt’oggi il motore. Ma andiamo con ordine.

Chi giunge in paese al mattino, lo trova parato a festa con stendardi e figure di pecore in legno posti lungo il viale. Anche le vetrine dei negozi fanno a gara con esposizioni a tema. La piazza è allietata da bancarelle di prodotti artigianali e di montagna (formaggi di malga, patate di Rotzo, fagioli di Posina, prodotti di erboristeria, capi di abbigliamento in lana e altre fibre naturali, borse e cappelli di paglia, oggetti artigianali di legno e tanto altro). Si possono ammirare gli intagliatori al lavoro nonchè il cestaio, le trecciaiole, i fabbricanti di borse e cappelli e il materassaio in azione, il fisarmonicista allieta i presenti.

Davanti al municipio - che reca sulla facciata lo stemma del paese caratterizzato da un pastore con le sue pecore - dentro un recinto appositamente predisposto ecco l’esposizione delle pecore ‘fodate’, dalla lunga lana maculata di nero, che si fanno ammirare. A due passi, il Museo propone visite guidate, con un occhio di riguardo alla sezione della pastorizia che racconta la storia e l’importanza di questa antica attività. Accanto alle pecore autoctone quest’anno ci saranno, come ospiti, alcuni capi di pecora ‘Brogna’ della Lessinia, un’altra razza in via di estinzione tutelata dalla Regione. E, in vista di una futura valorizzazione comune, sarà celebrato un gemellaggio fra gli allevatori locali e gli allevatori di quella razza.

Per la pausa- pranzo c’è l’imbarazzo della scelta fra i menù a tema proposti dai locali del centro: pranzi completi, pizze, bruschette, spuntini… Nel pomeriggio, dopo la sfilata dei figuranti, i bambini del paese danzeranno la Manfrina, un antico ballo popolare, quindi, attorno alla mea per lo stoccaggio del fieno appena essiccato, sarà rievocata la fienagione eseguita con gli antichi attrezzi.

Dalle 15 in poi andrà in scena la filiera della lana, a partire dalla tosatura delle pecore eseguita dal vivo. Seguiranno i vari lavori proposti dalle donne di Foza: lavaggio della lana tosata, cardatura con i fiori di cardo e con gli appositi antichi attrezzi, filatura sia con il fuso che con il filatoio a pedale, composizione di matasse e gomitoli, tintura della lana con sostanze vegetali, feltratura per ottenere la lana cotta, tessitura con telai a quattro licci, lavori a ferri e all’uncinetto, imbottitura di materassi. Il programma prevede poi la produzione del formaggio e della ricotta di pecora da parte dei pastori di malga Slapeur.

La premiazione del concorso ‘La pecora in vetrina’ chiuderà una giornata che si preannuncia oltremodo interessante per tutti: residenti e turisti, adulti e bambini che avranno modo di conoscere un po’ di più questo angolo dell’Altopiano suggestivo e ricco di storia.

Foto e testo da giornale L'Altopiano


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FESTA DELLA PECORA DI FOZA 2018


 

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