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MARIO RIGONI STERN - Autori dell'Altopiano di Asiago 7 Comuni

Autori

  • Autore Mario Rigoni Stern
  • Nato 01/11/1921 - Asiago
  • Morto 16/06/2008 - Asiago
  • Opere
    • Il sergente nella neve. Ricordi della ritirata di Russia
    • Il bosco degli urogalli
    • La guerra della naia alpina
    • Quota Albania
    • Ritorno sul Don
    • Storia di Tönle
    • Uomini
    • L'anno della vittoria
    • Amore di confine
    • Il magico kolobok e altri scritti
    • Il libro degli animali
    • Arboreto salvatico
    • Compagno orsetto
    • Il poeta segreto
    • Le voci del Trentino
    • Le stagioni di Giacomo
    • Sentieri sotto la neve
    • Inverni lontani
    • Tra due guerre e altre storie
    • L'ultima partita a carte
    • Aspettando l'alba e altri racconti
    • I racconti di guerra
    • Stagioni
    • Quel Natale nella steppa
    • Racconti di caccia
    • Il coraggio di dire no. Conversazioni e interviste 1963-2007. A cura di Giuseppe Mendicino

Mario Rigoni Stern, nato ad Asiago il 1º Novembre 1921, oltre ad essere uno dei più grandi scrittori e narratori italiani del dopoguerra è anche uno dei pochi sopravvissuti alla ritirata di Russia nella spedizione Alpina sulle rive gelide del Don, nel 1943, durante la Seconda Guerra Mondiale.

Sul filo della memoria, Rigoni Stern ha riportato su carta tutti gli episodi, autobiografici e non, che narrano esperienze di vita dello scrittore altopianese, ambientati quasi in toto nella sua terra natia, “l’Altipiano” – come amava chiamarlo in onore di Emilio Lussu –, al quale canta tutto il suo amore e la sua semplicità.

Rigoni Stern, con il suo dialetto profondo e mai banale, semplice ed allo stesso tempo affascinante, ha saputo unire un popolo, anzi, il mondo. “Siamo tutti compaesani” – ripeteva. Predicava purezza, semplicità, rispetto per la natura. Anche da giovane quando, a meno di 50 metri dal nemico russo al di là del fiume Don, la sua terra sembrava così lontana.

Mario è il terzo figlio di otto fratelli, nato e cresciuto in una famiglia che commerciava lana e legnami nell’Altopiano di Asiago, tra le malghe, boschi e gente di montagna appena uscita dalle rovine della Grande Guerra. Terminati gli studi, all’età di 17 anni si arruola come volontario nella scuola militare di Alpinismo di Aosta, quando la Seconda Guerra Mondiale era ancora lontana.

Nemmeno il tempo di respirare l’aria limpida della sua montagna che nel ’39 venne richiamato al reparto: in quell’istante, la vita di Rigoni Stern fu consegnata alle pagine di un libro chiamato Guerra.

Impegnato prima nel fronte albanese (esperienza raccontata nel libro “Quota Albania”) e poi in quello russo, sperimenta la tragedia della ritirata, dell'abbandono e della morte nella gelida neve, e poi della deportazione nei lager fino al 1945, quando fuggì per far ritorno nella sua Asiago.

Ho ancora nel naso l’odore che faceva il grasso sul fucile mitragliatore arroventato. Ho ancora nelle orecchie il cric-croc della neve sotto gli scarponi, e gli starnuti, i colpi di tosse delle vedette russe sull’altro lato del fiume, e le canne, l’erba secca che come ti muovi faceva rumore. Negli occhi se ci penso il quadrato di Cassiopea sopra la testa, tutte le notti, e il quadrato di tole di legno della tana sopra la testa, tutti i giorni… e se ci penso ben nel sangue ho il brivido di quella mattina che la Katiuscia ci scaraventò addosso tutte insieme le sue 72 bombarde.

Il sergente nella neve di Mario Rigoni Stern

LE OPERE PRINCIPALI

Nell’ultima prigionia, Mario Rigoni Stern iniziò a scrivere ciò che risulterà essere la sua opera di maggior successo: “Il sergente nella neve”. Un racconto scritto su fogli che arrotolò e legò con uno spago, conservandoli gelosamente per poi proporli in lettura all’amico Giovanni Paganin. Da lì, ebbe inizio la fulgida carriera da scrittore dell’ex soldato Altopianese. Elio Vittorini, diretto collaboratore di Einaudi, ne notò fin da subito le grandi doti, e nel 1953 pubblicò il libro suscitando grande approvazione di stampa e critica e diventando motivo d’orgoglio del popolo altopianese.

Nel 1962 Stern dimostra il proprio talento con “Il bosco degli Urogalli”, un inno all’amore per la sua terra, quanto di più personale convive nelle sue opere.

Ritorno sul Don” (1973), emozioni e rievocazioni storico-personali raccontate in seguito ad un viaggio della memoria sulle rive del fiume che tanto lo aveva ispirato; “Storia di Tonle” (1978), ritratto di un pastore che s’incrocia con la Grande Storia; “L’anno della vittoria” (1985) e “Le stagioni di Giacomo” (1995), racconto del ritorno alla vita di una comunità; sono opere di non secondaria importanza che consacrano Mario Rigoni Stern come uno dei più atipici scrittori italiani.

Rigoni Stern collaborò successivamente con il quotidiano “La Stampa”, per il quale scrisse brevi racconti, oltre a dedicarsi a studi storici, tra cui il recente volume “1915/18. La guerra sugli Altipiani.Tra due guerre e altre storie”.

Nel 1998 gli viene conferita dall’Università di Padova la Laurea honoris causa in Scienze Forestali.

Di recente partecipa alla trasmissione televisiva “Che tempo che fa” condotta da Fabio Fazio, in cui rilascia un'intervista di grande spessore umano. Commovente è pure la prima vibrante diffusione de “Il sergente”, opera teatrale di Marco Paolini, trasmessa dalle Cave Arcari di Zovencedo (VI) in presenza di Rigoni Stern e del suo amico e compagno di battaglie Tenente Nelson Cenci.

Il 16 Giugno 2008, dopo lunga malattia, Mario Rigoni Stern muore nella propria casa di Asiago.

Come da lui richiesto, la notizia della sua scomparsa venne divulgata solamente il giorno successivo alla celebrazione delle sue esequie.

Sarebbe bello che un giorno, leggendo un mio racconto – scrisse Mario Rigoni Stern ne Il Sergente nella neve – qualcuno potesse individuare il luogo e provare i miei stessi sentimenti e le mie stesse sensazioni.

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