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Artemusica Cultura - Concerto del pianista Stefano Cau

domenica 30/4/2017 alle 21:00
Concerti
04 30 stefano cau

Musiche di Mozart, Beethoven, Liszt, Debussy e Prokofiev

L'Associazione Artemusica Cultura di Roana continua la sua attività proponendo  agli appassionati di musica classica  un concerto di pianoforte, affidato al pianista Stefano Cau, che proporrà  un coinvolgente programma, con musiche di Mozart, Beethoven, Liszt, Debussy e Prokofiev.

il concerto avrà luogo domenica 30 aprile, alle ore 21,00, presso la sala consiliare del municipio di Canove, e sarà seguito da un piccolo rinfresco.

L'ingresso è , come sempre , gratuito.

STEFANO CAU
Ha iniziato il suo percorso di formazione artistica sotto la guida del Maestro Maurizio Barboro,
conseguendo il Diploma di Laurea Magistrale in Pianoforte con il massimo dei voti.
Successivamente, come allievo della famosa pianista e didatta polacca Alicja Kledzik, ha
frequentato il Biennio Universitario di Post-Laurea Specialistica in Pianoforte - Studia
Podyplomowe – presso la “Akademia Muzyczna im. Ignacego Jana Paderewskiego” di Poznan
– Polonia, specializzandosi con il massimo dei voti.
E’ risultato tra i vincitori di numerosi Concorsi Pianistici Nazionali ed Internazionali
Dal 2002 al 2010 ha partecipato ai “ Corsi Internazionali di Perfezionamento Musicale
– Comune di Bergolo”, a cura dell’Associazione Culturale “Ruggero Maghini”, tenuti dal Maestro
Maurizio Barboro.
Ha partecipato, in qualità di allievo effettivo, a Master Classes con il Maestro Benedetto Lupo, docente di Pianoforte presso “Accademia Nazionale di Santa Cecilia” di Roma, con il Maestro Sergio Perticaroli, già docente di Pianoforte presso “Accademia Nazionale di Santa Cecilia”di Roma, con il pianista tedesco Tim Ovens, con il pianista inglese Martin Hughes,docente presso “Institut für Tasteninstrumente (Podium/Konzert)” della “Universität für Musik und Darstellende Kunst Wien” di Vienna, con il pianista Gerolamo Di Liberto, con i Maestri Riccardo Zadra e Federica Righini, docenti di Pianoforte presso il Conservatorio Statale “A. Pedrollo” di Vicenza e con la Prof.ssa e pianista Mariagrazia Lioy, con il pianista Roberto Prosseda e con altri Maestri di fama internazionale.
In ambito accademico, è sempre stato scelto per partecipare alle numerose attività concertistiche organizzate dai Conservatori “G.F.Ghedini” di Cuneo, “A.Vivaldi” di Alessandria, “A. Pedrollo” di Vicenza e dall’Accademia Statale di Musica “I. J. Paderewski” di Poznan (Polonia).
Nel gennaio 2008 ha vinto una Borsa di Studio per la “Hugh Hodgson School of Music – University of Georgia” – Stati Uniti d’America, nell’ ambito della quale si è perfezionato nella classe del Maestro Evgeny Rivkin, esibendosi in concerto nella “Robert G. Edge Recital Hall” presso la suddetta Università
Ha frequentato, su invito del M° Lya De Barberiis, la Master Class che la grande pianista e didatta ha tenuto nell’ambito della “XIII Edizione del Corso Internazionale di Alto Perfezionamento e di Interpretazione Musicale”.
Al suo attivo numerosi concerti, che hanno sempre riscosso numerosi apprezzamenti da parte della critica e del pubblico. Attualmente si sta perfezionando con i docenti e pianisti Riccardo Zadra e Federica Righini,presso il Conservatorio Statale di Musica “A. Pedrollo” di Vicenza.

PROGRAMMA

Il concerto si aprirà con un piccolo Adagio in Fa maggiore di Wolfgang Amadeus brano, miniatura di rara delicatezza, è tratto da una delle 6 Sonatine per pianoforte.
La storia di queste sei composizioni, in qualche edizione chiamate “Sonatine Viennesi”, è abbastanza ambigua. Non sono altro, infatti, che la trascrizione per pianoforte di diversi brani componenti i cinque Divertimenti per fiati scritti dallo stesso autore nel 1783.
Opere mature a cui Costanza Mozart fa riferimento in una lettera del maggio 1800 come lavori per corni di bassetto.
E’ probabile che la loro versione pianistica, edita quattordici anni dopo, non rivesta affidabili certezze di autenticità.
Nonostante questo, le Sei sonatine incarnano alla perfezione la semplice eleganza, a volte malinconica,  del genio mozartiano.

Seguirà la Sonata n 6 in Fa maggiore di L. V. Beethoven,
Catalogata dallo stesso autore come op 10 n 2, questa composizione tipicamente tastieristica risale al 1796 e  rientra nel primo periodo della produzione Beethoveniana, durante il quale sono più evidenti le influenze di Haydn e Mozart.
Si caratterizza per la vivace ed ironica brillantezza, in netto contrasto con il precedente Adagio del compositore viennese (nonostante ne condivida la tonalità di impianto), e per il carattere prettamente virtuosistico.
La composizione è strutturata nei canonici tre tempi (Allegro – Allegretto, in fa minore – Presto) ma, a differenza di molte sonate del periodo classico, vede la totale assenza del movimento lento.

Franz Liszt avrà invece il compito di chiudere la prima parte del concerto con l’undicesimo dei suoi Studi d’esecuzione Trascendentale: “Harmonies du Soir”.
Considerato uno dei suoi studi più artisticamente riusciti, con i suoi 10 minuti di durata e grazie al suo ampio respiro espressivo e poetico, questo brano si svincola totalmente dalla canonica struttura contratta che caratterizza la sua categoria compositiva.
Liszt stesso ha dato prova di grande lungimiranza, precorrendo i tempi e regalandoci, con le sue sperimentazioni,  una delle pagine romantiche più “impressionistiche” per sonorità e ambiguità tonale.
Tutto concorre a rendere queste Armonie della sera un esercizio di stile di grande difficoltà tecnica ed espressiva, ricco delle sue armonie in continua evoluzione, delle cascate di arpeggi che si rincorrono in rapida successione, i suoi raffinati cromatismi, gli ampi salti di ottava ed i grandi agglomerati di accordi…

La seconda parte del concerto sarà interamente dedicata al ‘900.
Primi rappresentanti saranno i 5 Sarcasmi op 17 di Sergej Prokofiev.
Tra la fine del ‘800 e l’inizio del ‘900 il linguaggio musicale di molti compositori russi si arricchì di nuovi elementi.
Nella Russia dell’epoca, ampie ripercussioni ebbe in campo musicale il movimento letterario Simbolista a sfondo Decadentistico.
Il regime sovietico Stalinista cominciò a sottoporre ogni attività artistica a dure forme di pressione politica e censura: la dottrina estetica del cosiddetto Realismo Socialista doveva assoggettare, in uno stato di totale subordinazione, artisti e produzione artistica.
L’artista non doveva estraniarsi dal suo ambiente ed ogni espressione di ideali individuali ed emozione soggettive doveva essere scoraggiata.
Le opere dovevano essere comprese dalle masse ed ogni tendenza modernista doveva essere scongiurata.
Molti artisti russi abbandonarono il paese …e Prokofiev fu uno di questi.
I suoi 5 sarcastici klavierstucke non sono altro che la risposta, polemica, provocatoria ed intrisa di grottesca teatralità, a queste limitazioni.

Préludes (“Preludi”) è il titolo di due raccolte per pianoforte solista composta da Claude Debussy fra il 1909 ed il 1913. Il titolo è un evidente riferimento all’opera omonima di Fryderyk Chopin, il quale si era a sua volta ispiratori preludi del Clavicembalo Ben Temperato di Johann Sebastian Bach.
L’opera di Debussy si distacca tuttavia da questi modelli per l’assenza di un ordine programmatico e per una maggiore libertà formale. I suoi Préludes non si possono infatti considerare “preludi” in senso classico e rifuggono da qualsiasi forma codificata.
Essi costituiscono un ciclo unitario, una specie di suite ampliata, dotata di coerenza espressiva ed unità stilistica. Nonostante questo, i singoli brani posseggono anche una loro autonomia di carattere, tanto che nelle esecuzioni concertistiche spesso si opta per una selezione ad libitum.
Forma e contenuto sono nei Préludes perfettamente in equilibrio: ogni singola composizione può venir letta ed interpretata a vari livelli e secondo molteplici punti di vista, autentiche “opere aperte”.
Tutto è giocato sul dettaglio, ogni singola nota, ogni accordo ha un’importanza per sé: viene quasi da dire che, più che la costruzione complessiva di ogni pezzo, sia da gustare il singolo istante, ogni combinazione di suoni, per il suo sapore unico ed irripetibile.
Ciascuno di questi pezzi rappresenta indubbiamente una impressione musical e Debussy fu sempre sensibilissimo alle altre forme d’arte.
Per questo i suoi Preludi testimoniano l’arte dell’evocazione e del simbolo, rivelando il suo interesse per la poesia, per la pittura e l’architettura, il suo amore per la contemplazione della natura, il suo senso dell’umorismo, la sua conoscenza per il folklore straniero e la sua sorprendente capacità di evocare luoghi dove non è mai stato.

Riproduzione riservata.
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