domenica 1/4/2018 alle 21:00
Concerti

Musiche di Bach, Mozart, Chopin, Schubert
Artemusica Cultura di Roana continua la sua attività proponendo agli appassionati il tradizionale appuntamento di Pasqua con la musica classica, presentando un concerto che vedrà il graditissimo ritorno di uno straordinario giovane pianista, Tommaso Graiff, che accompagnerà il pubblico ad assaporare brani di Bach, Mozart, Chopin, Schubert.
La serata avrà luogo domenica 1 aprile, alle ore 21,00, presso la Sala Consiliare del Municipio di Canove, come sempre ad ingresso libero, e sarà seguita da un piccolo rinfresco.
Tommaso Graiff, dopo aver iniziato lo studio del pianoforte in giovane età, si è formato nella classe di Nicoletta Antoniacomi al Conservatorio F.A. Bonporti di Trento. Dopo il conseguimento della maturità classica con il massimo dei voti presso il Liceo Giovanni Prati di Trento, dall'autunno 2015 prosegue i propri studi con Alexander Meinel e Caspar Frantz alla Hochschule für Musik und Theater "Felix Mendelssohn-Bartholdy" di Lipsia.
Alla sua formazione hanno contribuito le masterclass di George Kern, Balázs Réti, Massimiliano Damerini e Pietro de Maria; a partire dal 2013 ha frequentato ogni anno l’Internationale Sommerakademie del Mozarteum di Salisburgo nelle classi di Olivier Gardon, Peter Lang e Robert Levin, dove è stato selezionato per partecipare ai concerti degli studenti.
Premiato in concorsi nazionali, Tommaso Graiff si è esibito in diversi paesi europei; il repertorio della sua intensa attività concertistica spazia da Bach al Novecento storico, dalla liederistica alla musica da camera. Recentemente ha collaborato con il Bach-Box-Ensemble, l’attrice Kammerschauspielerin Barbara Blümel, il direttore Martin Krumbiegel e il coro da camera VOX HUMANA Leipzig.
Note sul programma:
La Quinta Partita di Bach fu pubblicata a Lipsia nel 1731 all'interno della Clavierübung, un imponente progetto ideato da Bach con finalità didattiche. Il termine Partita indica in questo caso una suite di danze: precedute da un virtuosistico Preambolo, queste prendono il via con un'Allemanda scorrevole e di grandi proporzioni, proseguono con una Corrente frizzante e spigliata e, dopo la pausa meditativa di una Sarabanda dall'andamento elegante e la parentesi galante di Minuetto e Passepied, sfociano nella grandiosa Giga conclusiva, caratterizzata dalla complessa fattura polifonica. Si tratta del vero apice compositivo della Partita, in cui Bach fonde l'elemento galante con il rigore di una fuga in piena regola.
La Sonata K 332 risale ai primissimi anni viennesi di Mozart, un periodo di grande successo per il compositore. La vicinanza temporale con i primi capolavori operistici (Idomeneo, Il ratto dal serraglio) è evidente nel primo tempo, il cui materiale tematico è collegato da episodi di forte drammaticità. L'Adagio introduce un mondo espressivo di grande cantabilità e poesia; notevole la ripresa riccamente abbellita. Il Finale, di vasta concezione formale, è strettamente imparentato con i concerti per pianoforte e orchestra, ai quali è accomunato dalla brillantezza strumentale e dalla mutevolezza d'umore.
I Notturni op.62 appartengono all'ultima produzione chopiniana e sono caratterizzati da un clima armonico ed espressivo del tutto particolare. Il primo notturno, dopo un teatrale gesto d'apertura, presenta una parte iniziale lirica ed espansiva, mentre nella sezione centrale una lunga melodia alla mano destra è destabilizzata da continue sincopi alla sinistra. Alla ripresa della prima parte, fiorita da lunghe catene di trilli, segue una coda eterea e sospesa. Il secondo notturno alterna elementi in più forte contrasto: una lunghissima melodia cede il posto nella sezione centrale a un episodio in minore, in cui il contrappunto si carica di accenti dolorosi. La ripresa notevolmente accorciata e una breve coda commentano e concludono il notturno.
La Ungarische Melodie (melodia ungherese) D 817 è la trascrizione di una canzone sentita casualmente da Schubert durante un soggiorno al castello Esterházy a Zseliz (Ungheria) nel 1824. I tre Klavierstücke D 946 risalgono invece al 1828, anno della morte di Schubert. Il primo pezzo alterna a una prima parte inquieta - con il carattere di una cavalcata - due sezioni centrali di respiro più lirico. Il secondo Klavierstück si apre con una meravigliosa melodia di intimismo tipicamente schubertiano; seguono due episodi in netto contrasto: prima una scena movimentata e onirica, poi una sezione dal tono elegiaco e melanconico. La triade è chiusa da un brillante Allegro, la cui parte centrale è una danza slava dalle caleidoscopiche variazioni di colore armonico.
Riproduzione riservata.