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Mostra antichi saperi al Mecf di Foza

Dal 5 dicembre 2021 al 27 febbraio 2022 il MECFMuseo Etnografico della Comunità di Foza — ospiterà un progetto espositivo legato alla conoscenza e alla divulgazione dell’arte dell’artigianato locale e non dal titolo “Antichi saperi, usi e costumi locali di ieri e di oggi... rivivono al Mecf”.

In esposizione una ricca varietà di manufatti artistici artigianali, frutto di antiche tradizioni che riportano a saperi lontani di comunità legate alle loro radici.

Il mese di gennaio 2022 sarà arricchito da corsi e lezioni di artigianato artistico locale rivolto a bambini e adulti.

La mostra sarà inaugurata domenica 5 dicembre alle ore 15:00.

Nello stesso periodo al Mecf è visitabile anche la mostra , con esposizione di rappresentazioni artigianali della natività di Cristo, in collaborazione con gli “Amici del presepe di Denno”.


Locandina mostre natalizie mecf foza prorogata

Giorni di apertura e orari

  • dal 5 all’8, 11, 12, 18 e 19 dicembre 2021 dalle 14.00 alle 18.00
  • dal 24 dicembre 2021 al 6 gennaio 2022 tutti i giorni dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 15.00 alle 18.00
  • domenica 9, 16, 23 e 30 gennaio 2022 dalle 14.00 alle 18.00
  • domenica 6, 13, 20 e 27 febbraio 2022 dalle 15.00 alle 19.00

Aperture straordinarie infrasettimanali previa prenotazione.

Ingresso

€ 5,00 biglietto intero
€ 3,00 biglietto ridotto

Ingresso gratuito per disabili con un accompagnatore, bambini sotto i 6 anni di età e aventi diritto.

Accesso consentito solo con GREEN PASS RAFFORZATO (ed uso della mascherina FFP2)


LA MOSTRA

La storia delle tradizioni popolari è un campo del sapere, una disciplina antropologica. La tradizione proviene dal passato, ma siamo noi, uomini del presente, a dargli un senso. Prendiamo dal passato ciò che ci interessa e creiamo una tradizione. Questo è il messaggio che vuole promuovere il Museo Etnografico della Comunità di Foza, presentando al pubblico una ricca varietà di manufatti artigianali artistici

Vi siete mai chiesti quale è la storia della lana? La lana è un materiale molto popolare che da sempre fa parte dell’industria tessile. In questa esposizione si conoscerà brevemente la sua storia, come si ricava e come si lavora. Secondo alcuni studi, la lana è utilizzata fin dal 3000 a.C., in Mesopotamia, ma la sua produzione su scala industriale risale al XVII Secolo a.C. La lana si ricava dal vello di alcuni ovini come pecore e capre ma in parte anche da altri animali, come camelidi, lo yak e l’antilope tibetana. La fibra della lana si ottiene mediante il filato della materia prima proveniente da questi animali, è pertanto una fibra tessile naturale. Anche nell’Antica Grecia l’importanza della lana era predominante, fin dall’età del ferro la materia tessile più diffusa. All’epoca romana si deve l’introduzione delle cesoie per rimuovere la lana dagli animali, senza le barbare tecniche antiche di strapparla direttamente dal corpo dell’animale, mentre è con il Medioevo che la lana vede il suo più fiorente periodo di diffusione. 

Le origini della lavorazione all'uncinetto si perdono un po' nella notte dei tempi… sono difficili da ricostruire con certezza, anche perché gli esemplari antichi giunti fino a noi sono pochi. Si pensa che i primi lavori di questo tipo siano stati fatti con le dita, che venivano usate per creare i cappi e riprendere i punti; col passare del tempo si sarebbe sviluppato uno strumento simile all'uncinetto moderno, realizzato prima in legno, osso o bambù e successivamente in avorio e ambra. Sembra che questa tecnica fosse già parte della cultura egizia e ne sono stati trovati esempi “primitivi” un po' in ogni angolo del mondo. 

L'inizio del lavoro a maglia non ha una datazione certa per la difficoltà di distinguere se le notizie pervenute riguardassero il lavoro eseguito ai ferri oppure quello a telaio. Certo è che questo argomento, recentemente rivalutato da studi approfonditi, ci offre notizie sicure e documentate solo quando ci si ferma al II o III secolo dopo Cristo perché prima la storia si confonde troppo spesso con la leggenda. Sono state però trovate sculture che risalgono al IV secolo a.C. che hanno fatto ipotizzare che il lavoro a maglia fosse ormai entrato nella vita quotidiana, come dimostra una statua greca, che si trova ad Atene, nel Museo del Partenone, Kore n. 670, che sembra indossare un maglione come quello dei nostri tempi. Solo nell'epoca cristiana è possibile esaminare il primo reperto di lavoro a maglia, analizzandone la struttura e i colori. 

La storia della lavorazione delle perline è radicata in un lontano passato. Ma ci sono sempre maestri che preferiscono questo tipo di ricamo, decorano la loro vita quotidiana e presentano le loro opere alle mostre. L'aspetto delle perle stesse e il ricamo con perline sono diventati possibili solo con l'avvento della lavorazione del vetro. La produzione del vetro è nata in Fenicia 6 mila anni fa. Secondo la leggenda, i marinai fenici trasportavano la soda dall'Africa, sbarcarono per la notte e circondarono il fuoco con pezzi di soda, e la mattina dopo trovarono pietre trasparenti e dure nella cenere - vetro. Iniziarono a farne delle perle. Quindi gradualmente apparvero piccole perle. La Repubblica di Venezia è diventata il centro della produzione di perline in Europa. I segreti della lavorazione del vetro erano custoditi con cura. Alla fine del XVII secolo nella Boemia settentrionale, gli artigiani boemi crearono una tecnologia per la produzione del "vetro della foresta", in cui veniva utilizzata la cenere di legno al posto della soda. Il vetro di Boemia sembrava buono ed era facile da tagliare. Nel tempo, le perle ceche hanno sostituito le perle veneziane sul mercato mondiale. La Repubblica Ceca fino ad oggi è uno dei leader nella produzione di perline. Nell'antica Russia, le perle venivano usate già nel IX-XII secolo. Inizialmente, le perle venivano utilizzate per cucire. Era abbastanza accessibile perché nei laghi e nei fiumi c'erano molte cozze perle d'acqua dolce. I vestiti erano decorati con piccole perle. Dal XVIII secolo, anche i costumi nazionali erano decorati con perline. 

Si dice che il feltro sia il primo tessuto prodotto dall’uomo, secondo solo all’ intreccio di fibre vegetali, lavorazione probabilmente molto più antica di quella della lana. Le più antiche tracce di feltro di lana risalgono al terzo millennio a.C. e si collocano in Siberia. Inoltre, ci sono importanti tracce di feltri preistorici in Turchia. Era usato anche dai Greci e dai Romani per la confezione di abiti, copricapi e mantelli. L’invenzione del feltro, nella leggenda, viene attribuita a San Giacomo apostolo. Il santo, che era un pescatore, mal sopportava le conseguenze dei lunghi spostamenti a piedi richiesti dall’opera di predicazione. Per proteggere le piante dei piedi provò a imbottire i sandali con i batuffoli di lana che le pecore, nel pascolare, lasciavano attaccati ai cespugli spinosi. Si accorse che lo strato di lana pressato dal suo peso e bagnato dal sudore si induriva e si trasformava in una falda compatta, morbida e confortevole. Da qui l’invenzione del feltro.


Saranno adottate e rispettate misure anti Covid-19 e saranno valide tutte le norme nazionali e regionali in vigore per tutto il periodo di esposizione e apertura del museo. 
Per accedere è obbligatorio esibire il Green Pass con presenze contingentate.


Per maggiori informazioni o per prenotare contattare il Museo / IAT di Foza cliccando sui pulsanti verdi qui sotto:

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