Dal 21/12/2013 al 5/3/2014
Mostre
Mostra di sculture in legno ad Asiago di Gianangelo Longhini, dal 21 dicembre al 5 marzo 2014
Dal 21 dicembre 2013 al 5 marzo 2014, ad Asiago, presso il Museo "Le Carceri", sarà aperta al pubblico la mostra di sculture in legno "dal pensiero alla forma".
L'esposizione vedrà numerose opere d'arte realizzate dal Maestro Gianangelo Longhini, grande esperto della lavorazione del legno.
Si tratta di un artista asiaghese molto apprezzato che dedica gran parte del tempo libero alla sua passione.
La mostra sarà aperta dal 21 dicembre al 6 gennaio tutti i giorni, dalle 10:00 alle 12:30 e dalle 16:00 alle 19:00, mentre dal 11 gennaio al 2 marzo solo nelle giornate di sabato e domenica con gli stessi orari.
Nel periodo di apertura sono stati realizzati vari laboratori didattici sia per i turisti che per le scolaresche che hanno riscontrato un notevole successo. Per questo motivo l’apertura della mostra è stata prolungata fino a mercoledì 5 marzo 2014 con il seguente orario: 10.00-12.30 16.00-19.00.
L'inaugurazione avrà luogo preso il Museo sabato 21 dicembre 2013, ore 18:00.
Suggestioni metamorfiche
I momenti formativi attraversati da un artista segnano l’itinerario lungo il quale si sviluppa l’idea di poetica, tradotta in cifra scultorea con opere che costituiscono l’evidenza della sua riflessione sul rapporto con la materia.
Gianangelo Longhini ha studiato a fondo i segreti di legno (soprattutto tiglio, cirmolo, cedro) e pietra, costruendo un’espressione innervata dalle esigenze di energia e movimento. Il gioco molteplice tra pieno e vuoto, tra tensione plastica che essenzializza e meditazione che costruisce e occupa spazio, è emersa prepotentemente la sua vocazione a creare opere che traducono fedelmente il suo pensiero; così le verticalità con leggerezza si elevano in accenni spiralici e si espongono alla luce con il loro corredo di convessità e concavità, che riflettono e accolgono innumerevoli possibilità luminose.
Nel “giardino scultoreo” di Gianangelo Longhini la fantasia si quantifica in improbabili infiorescenze, dove lo sguardo è sospinto verso slittamenti tra pieni e vuoti che si intersecano virtualmente, si aggettano, arretrano nel gioco dei riflessi, delle opacità e delle venature della materia. Il lavoro dell’artista accarezza la forma, dove si leggono scansioni geometriche capaci di “muovere” il corpo plastico in uno slancio ascensionale dalle molteplici articolazioni spaziali.
Il mestiere di Longhini – che fin dall’inizio della ricerca gli consente di esprimersi anche nell’ambito più strettamente figurativo - lo porta a scandagliare le capacità generative e metamorfiche della materia, per creare masse organiche in movimento, ricche di vibrazioni luminose e di riferimenti a una realtà biologica, che pur non appartengono a nessuna categoria dell’esistente. La struttura dell’opera accoglie in sé vuoto e luce, si lascia trapassare, diventa crescita dinamica, corpo solido descrive un alfabeto a volte misterioso ed evoca realtà vegetali di una landa remota. E chi osserva ha la percezione immediata che le sculture si affermino come “presenze”, dove l’occhio percorre rotondità sensuali, lambisce levigatezze, scivola su spigoli, torsioni e geometrie, perdendosi talora in un labirinto di suggestioni, tutte legate alla natura. L’artista fonde in una sintesi tutta personale l’elemento vegetale e quello mentale, l’organico e l’astrazione simbolica.
La traccia ondulata, che percorre e scava la pietra o il legno, è il tema generativo della ricerca plastica di Gianangelo Longhini, il territorio della sua sperimentazione tecnica e della realizzazione poetica. Il suo accurato mestiere non si limita allo sfruttamento di abilità esecutive, ma coltiva a pieno un amore per l’invenzione plastica, che lo rende riconoscibile in mezzo a tanti scultori di oggi.
ENZO SANTESE
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