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Tutta un'altra storia al Cinema Lux 5 novembre 2022

Sabato 5 novembre 2022, presso il Cinema Lux di Asiago, verrà proposto il racconto/spettacolo: “Tutta un'altra storia”, tratto dall'omonimo libro di Raffaella Calgaro.

Lo spettacolo, su iniziativa del Giornale L'Altopiano e con la collaborazione della Rassegna cineforum del Cinema Lux, avrà inizio alle ore 21:00.

È la storia della Grande Guerra e soprattutto del Profugato vista con altri occhi, raccontata da altre voci, quelle delle donne e dei bambini. E ne esce davvero una storia totalmente diversa rispetto a quella che siamo stati abituati a studiare a scuola o a leggere sui tanti libri in commercio che narrano quel tristissimo periodo per l’Italia e per l’Altopiano. 

Una formula inedita di spettacolo prevede la presenza in scena dell’autrice Raffaella Calgaro che accompagnerà lo spettatore lungo i fili della storia che potrà rivivere i fatti attraverso la recitazione di Eleonora Fontana e la musica di Davide Peron, emozionandosi.


Inquadramento storico

I fili della storia rimangono nascosti fino a quando sono chiusi nei cassetti delle case. È quanto è accaduto alla storia della profuganza durante la Grande Guerra, una Grande Guerra vissuta e narrata da donne e bambini in una terra di confine, tra il Veneto e il Trentino, tra l'Impero Asburgico e il Regno d'Italia, dove il conflitto giunge del tutto inaspettato. Maggio 1915. A ridosso del fronte, le donne, i vecchi e i bambini sono costretti a una fuga precipitosa. Nel territorio vicentino giungono migliaia di soldati che occupano chiese, piazze e contrade. La convivenza è difficile e genera muri: al di qua ci sono le donne, al di là i militari. Solo i bambini oltrepassano la soglia e si spingono con i loro giochi negli spazi vietati. Anche la casa, un tempo luogo rassicurante e protetto, riserva spaesamenti. L'uomo, il pater familias, è assente, e la donna si trova a dover affrontare da sola l'organizzazione e la gestione dell'economia familiare. Invisibile fino a qualche tempo prima, con la guerra diventa padrona di se stessa fuggendo a ogni controllo patriarcale. Ora è lei che decide, che esce dalle mura domestiche, che si informa, scrive richieste, va a lavorare. Accanto ai mestieri tradizionali, come il lavare o rammendare divise, le donne diventano operaie nelle fabbriche, scavano trincee, trasportano sassi, preparano graticci. Nel 1916, la cosiddetta Spedizione Punitiva costringe migliaia di persone alla fuga. Dalle montagne, dalle valli e dalla pedemontana una fiumana umana cerca una via di salvezza. C'è chi prende il treno, chi scappa a piedi, chi salta sui carri. Un numero impressionante di profughi invade paesi e città. Ma la fuga per molte si trasforma in tragedia. Nella confusione generale, può accadere che le mamme perdano i loro figli. Alcune li ritroveranno dopo qualche giorno, altre dopo anni, altre ancora non li rivedranno mai più. Allora, come sempre, la guerra entra nelle case, devasta i legami familiari e impone allontanamenti forzati. Donne, vecchi e bambini, catapultati in prima linea, diventano protagonisti inermi e silenziosi di una fuga dalla violenza alla ricerca della pace. Le profughe fuggono dal loro microcosmo, viaggiano, soffrono, perdono i figli. E i bambini, in un tempo che non comprende, né lascia spazio all'infanzia, diventano all'improvviso adulti. Allora, come sempre, la tragedia della guerra ridefinisce regole e valori, e cancella l'identità della gente che abita a ridosso del conflitto.

Riproduzione riservata.

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