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Itinerario per Bocchetta Portule

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Bocchetta Portule Itinerari per escursioni e passeggiate: Itinerario per Bocchetta Portule

CARATTERISTICHE DEL SENTIERO

Dal divieto di transito in partenza, il fondo è in ottimo stato, fino all'avvistamento del bastione della Bocchetta, dove il sentiero si presenta un po' sassoso e in salita, ma, in fondo, si tratta solo di una lunga passeggiata!

COME RAGGIUNGERE IL PUNTO DI PARTENZA

Dall'incrocio del Parco Millepini (che si trova all'ingresso di Asiago) si prende la provinciale 349 per Trento; A 12 km da Asiago si imbocca sulla destra, ben indicata, la strada per Larici / Portule.

ITINERARIO: Bocchetta Portule
 
Indicazioni tecniche
Grado di Difficoltà: medio
Dislivello: 241 metri
Altitudine min: 1.674 m slm
Altitudine Max: 1.915 m slm
Lunghezza: 10,7 Km (Andata e ritorno)
Tempo di Percorrenza a piedi: 4h circa (andatura turistica)
Mezzi: a piedi, Mountain Bike

Finito il tratto di tornanti tutto in asfalto, si prende per Malga Larici di sotto/Portule, sentiero che si può percorrere in auto, fino all'imbocco del sentiero 826 (con divieto di transito) per Bocchetta Portule / Cima Portule, ben indicato dal CAI, dove si può parcheggiare. E' questo il punto di partenza effettivo dell'itinerario.

DESCRIZIONE DELL'ITINERARIO PER BOCCHETTA PORTULE

L'inizio ben predispone alla camminata. Il fondo è ottimo, compatto; la visione è subito di grande respiro, seppur in mezzo a larici, mughi e abeti. Alzando lo sguardo, il muraglione del Portule accompagna il viandante fin dal primo passo. E' un'immagine che coinvolge e mette quasi fretta nel  proseguire, per scoprire cosa ti aspetta dopo la prima curva. La vista si libera da ostacoli, l'orizzonte si apre e si amplia, man mano che si procede, e gli alberi sulla destra scompaiono quasi del tutto. Sopra la testa, come un severo custode, il Portule, di fronte il massiccio del Verena, con un cappello di nuvole, come spesso accade su tutte le cime degne di tale nome.

Cima Portule

Il sentiero molto dolcemente inizia a salire, ma quasi non lo si rileva, tanta è la ricchezza dei fiori, delle erbe e degli arbusti che adornano entrambi i lati del sentiero: quasi un giardino botanico naturale. Son talmente tante le specie, che non è possibile enumerarle. Fra tutti regnano rari e sovrani, perciò protetti, il giglio martagone, l'aquilegia, il rododendro, la verga d'oro... Erbe aromatiche come il timo, la menta, la malva, il finocchio selvatico e l'achillea (per le grappe) profumano l'aria fino a inebriarti - circondati da un mare di mugo. Sì, ce n'è tanto, dappertutto, nasce e cresce perfino sulla roccia nuda, con la sua tipica forma a candelabro.

Larici” non  a caso è definita la zona: frondosi e leggeri spuntano qua e là nel mugo, il tronco simile al sughero, i rami e le radici possenti. Sono alberi delicati nella loro maestosità: molti sono schiantati o morti, ma molti altri nati ai loro piedi...chissà se sopravvivranno!

Ed ecco sulla destra sopra la scarpata, il capanno dei pastori, immutabile da secoli, e, poco dopo, l'imbocco del sentiero per Porta Renzola, ben segnalato dal Cai. Lo si supera con gioia, tant'è erto, e si prosegue. In breve si raggiunge il punto in cui lo stesso sentiero Cai 826 si biforca e scende ripidamente sulla destra in un'ora, verso la Val Renzola. Intanto, impercettibilmente si sale e il panorama si apre: in lontananza i monti trentini con lo Spitz Verle di vedetta; in primo piano, a destra, il costone dei Larici e, ai piedi del Verena di fronte, lo slargo di Malga Pusterle e la serpentina della provinciale. Subito si incrocia un cippo commemorativo, una colonna mozza in memoria del “Toi” montanaro ivi perito, tradito forse dalla nebbia o da un malore. Sulla lapide, la scritta: “In questi luoghi natali ognor attratto, Toi, ti spegnesti”.

E' un punto in cui si scollina, per poi risalire in dolce andamento altalenante, sempre in mezzo a mughi, larici, fiori e cespugli di lampone. Qualche rara pietra, emergente qua e là dalla massicciata, rende più attenti. Il Portule sempre al fianco e la Bocchetta omonima che inizia a palesarsi, davanti. La salita si inerpica, ma non più di tanto, solo che il fondo più sassoso richiede attenzione. Il bastione della Bocchetta si fa più vicino: i 2 fori scavati nella roccia sembrano gli occhi di un gigante che da lassù fissano severi. Il ciglio del sentiero - essendo ormai l'altitudine elevata e il dislivello importante - è protetto da paracarri in pietra. Se ci si sporge, si possono notare gli spezzoni dei tronchi usati dagli austriaci per sostenere il fondo del sentiero, alcuni ancora integri: grandi genieri, i nostri vecchi avversari!

Ed ecco la selletta scavata nella roccia, ecco il declivio che porta sulla destra all'entrata delle caverne della Bocchetta . Il sentiero, che qui viene abbandonato, si ramifica, ben segnalato, verso Cima Portule (Kempel per gli austriaci) sulla sinistra e prosegue di fronte, verso l'area dei Monumenti, quindi quella di Galmarara.

Teleferica Bocchetta Portule

Alcuni turisti fanno merenda al sacco nell'area attrezzata di fronte alla caverna, altri ne arrivano, a piedi o in Mountain Bike. E' un luogo frequentato la Bocchetta e il perchè lo si capisce subito, basta leggere le tabelle indicative in legno e in pietra antistanti, che illustrano la funzione delle caverne e l'importanza strategica del sito per il nemico: sotto, con un dislivello di 800 mt c'era la sorgente Renzola, la cui acqua, pompata con un sistema di captazione, con pompe di sollevamento, serviva a rifornire le prime linee, con una teleferica che trasportava soldati, munizioni, viveri, fino al dosso dell'Arsenale attraverso una galleria praticata nella roccia, visibile ad occhio nudo, a campo Gallina (area logistica del nemico, con chiesa, cinema, ospedale, ricoveri, magazzini), fino allo Zingarella e all'Ortigara.

Itinerario Bocchetta Portule

Entrare nelle caverne, dopo aver dato un'occhiata all'attracco delle teleferiche e al binario per i carrelli, incute un certo timore: è un'opera di ingegneria già realizzata dagli italiani, per la posa di un cannone da 120 mm, prima di perdere la postazione a seguito della Strafexpedition. Subito gli austriaci hanno costruito da un lato la cisterna per la riserva dell'acqua (80 metri cubi), dall'altro, scavato altri due fori, per postazione di mitragliatici. Sporgendosi, si comprende bene la strategicità del luogo, incombente la strada verso il Termine (il vecchio confine) e col Forte Verena di fronte - il più rappresentativo delle forze italiane - e la funzione determinante che ha avuto per il nemico.

E' una meta che non è possibile trascurare durante una vacanza sull'Altopiano, perchè è un condensato di significato e di memoria della prima guerra mondiale, oltre che una camminata di grande livello in altura. Una pausa di riposo e riflessione inducono al rientro, più facile perchè in parte in discesa, in parte in piano, fino al punto di partenza. A scendere si impiega quasi un'ora in meno e, malgrado i chilometri già nelle gambe, il rientro è agevole e veloce. Con sollievo si percorre in auto il piccolo pezzo di sterrato, fino alla strada asfaltata e da qui, al punto di partenza.

Beppa Rigoni Scit

Le due foto qui sopra sono di: Pierluca Grotto - Le foto della gallery qui sotto sono di Beppa Rigoni Scit

Profilo plano altimetrico Itinerario Bocchetta Portule

Foto Gallery dell'itinerario per Bocchetta Portule

Riproduzione riservata. Si declina ogni responsabilità nel caso di danni a persone e cose accaduti percorrendo questo itinerario.