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Libro VITTORIA AD OGNI COSTO Altopiano dei 7 Comuni 17/18 Battaglie dei 3 Monti

Storia

Vittoria ad Ogni Costo

Il libro VITTORIA AD OGNI COSTO. Altopiano dei Sette Comuni 1917-1918. Le battaglie dei Tre Monti. Di Paolo Volpato con foto dall'Archivio Storico Dal Molin

  • Titolo Vittoria ad Ogni Costo
  • Sottotitolo Altopiano dei Sette Comuni 1917-1918. Le battaglie dei Tre Monti
  • Pagine 250
  • Prezzo di copertina € 22,00
  • Casa Editrice Itinera Progetti
  • Autore/i Paolo Volpato (Autore)
  • Data Pubblicazione 2009
  • ISBN 10 8888542272
  • ISBN 13 978-8888542272
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Strano destino quello dei Tre Monti alle porte di Asiago. Da simbolo di rinascita di un esercito, se non di una intera nazione, a insediamento di stazioni sciistiche e cave di marmo; surclassati nell’immaginario collettivo da altre ben più imponenti vette, dove il volo delle aquile già è indice di grandezza e maestosità superiore.

Sembra necessario perciò recuperare alla storia un anno intero di combattimenti sui Tre Monti, il Val Bella, il Col del Rosso, il Col d’Echele, che distano pochissimi chilometri dai centri abitati e sui quali si è combattuto sul finire del 1917 e per l’intero 1918 altrettanto sanguinosamente che sul vicino Grappa, o sul Piave.

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È pur vero che in parte la memorialistica ripara il torto ricordando principalmente quello che è uno dei passaggi fondamentali per il Regio Esercito dopo Caporetto, la battaglia del gennaio 1918, un evento che peraltro viene spesso ricordato nella storiografia ufficiale nel momento in cui si ripercorrono gli avvenimenti principali, sintesi per una lettura veloce, dell’intero conflitto, ma per certi aspetti sia questa che la seconda battaglia combattuta nel successivo mese di giugno non sono mai stato approfondite nella loro dinamica interna.

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Invece la duplice riconquista del Monte Val Bella, del Col del Rosso e del Col d’Echele reca con sé alcuni spunti di analisi molto interessanti, costituendo oltre che la prima prova del recupero morale delle truppe italiane dopo la disfatta di Caporetto, anche l’applicazione di una rinnovata dottrina tecnico-militare del Regio Esercito, soprattutto nella sua vittoriosa riuscita della prima azione offensiva contro l’esercito austro-ungarico, a sua volta reduce dallo sforzo seguito al successo dello sfondamento del fronte isontino.

E se andiamo a guardare la cartina geografica, ci renderemo conto di quanta importanza aveva anche sul piano strategico il possesso di queste montagne: pochi chilometri separavano le divisioni di Conrad da Bassano da un lato e da Marostica dall’altro, in poche parole dalla discesa in pianura dalle montagne dei Sette Comuni, l’obiettivo di sempre eppure mai raggiunto.

È per certi versi una situazione molto simile a quella del 1916, con in più l’aggravante dell’incognita di un esercito che alle spalle non garantiva più la certezza di una solida tenuta, ma che anzi stava subendo una profonda e lunga riorganizzazione.

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LReparti della Brigata Sassari a Col del Rossoa prima battaglia dei Tre Monti segna anche lo spartiacque tra la vecchia concezione di condurre la guerra del Generale Cadorna con il nuovo indirizzo bellico voluto dal nuovo Capo di Stato Maggiore dell’Esercito italiano, Generale Diaz. In effetti, si può affermare che la prima battaglia dei Tre Monti rappresenta una delle poche azioni offensive del 1918, che vede protagoniste un numero limitato di truppe in un tratto di fronte di breve ampiezza.

Cessate le potenti spallate offensive volute da Cadorna, che vedevano impegnati centinaia di migliaia di soldati e che causavano perdite tali da risultare alla fine insopportabili, la nuova strategia del Comando Supremo poneva l’esercito in una situazione di attesa, dettata oltre che da oggettive esigenze di ricostruzione dei reparti, disgregati dalle gravissime perdite subite con l’offensiva austro-tedesca, anche da una nuova attenzione nei riguardi della truppa non più considerata come serbatoio di uomini, ma come unione di menti che, adeguatamente preparate e motivate, poteva diventare uno strumento operativo efficace e convinto del proprio ruolo.

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Trincea a Cima EecharLa “Battaglia dei Tre Monti” è entrata di diritto nella storia e nelle tradizioni della Brigata Sassari e del Corpo dei Bersaglieri, ma sulle tre alture anche arditi, alpini e fanti di brigate meno celebrate contribuirono con le loro azioni a far balzare ancora una volta agli onori della cronaca e dei bollettini ufficiali l’Altipiano e la sua Armata.

In tutti i casi, non furono combattimenti facili, se mai si possono così definire le azioni di guerra, ma attacchi e contrattacchi di entrambi i contendenti erano condotti spesso con la forza della disperazione, quasi sempre con particolare accanimento, senza esclusione di colpi, sovente anche senza quel residuo ottocentesco di cavalleresca memoria.

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E le pagine di questo volume forse contribuiranno a far osservare meno distrattamente il basso profilo di queste cime a chi rivolge loro lo sguardo da vie e palazzi dove oggi, per nostra fortuna, regna la pace.

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