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MONTE ORTIGARA — Guida storica ed escursionistica di Paolo Volpato e Mario Busana

Storia
Monte ortigara guida storica ed escursionistica

In collaborazione con Asiago.it

  • Titolo Monte Ortigara
  • Sottotitolo Guida storica ed escursionistica
  • Pagine 176
  • Fotografie 100
  • Prezzo di copertina € 9,90
  • Casa Editrice Itinera Progetti
  • Autore Paolo Volpato, Mario Busana
  • Data Pubblicazione N/A
  • Riferimento 978-88-32239-21-8
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Nuovo libro "Monte Ortigara — Guida storica ed escursionistica" di Paolo Volpato e Mario Busana pubblicato da Itinera Progetti in collaborazione con Asiago.it.

È possibile acquistare subito il libro in libreria e online.

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DESCRIZIONE

Nel panorama storico italiano della prima guerra mondiale vi è un nome che forse più di ogni altro racchiude in sé l’orrore, la tragedia, l’inadeguata preparazione ad affrontare il primo conflitto bellico dell’era moderna; questo nome è Ortigara. Non per nulla, il ritmo del ta-pum dei cecchini, scandito da una delle più note canzoni di guerra che a questo nome si accorda, è entrato nell’immaginario collettivo nazionale, creando una simbolica equazione che ormai si è profondamente radicata nelle viscere di questa montagna: Ortigara uguale morte.

Ancor oggi chi sale le aride cime che segnano il confine tra l’Altopiano veneto e le valli trentine, lo fa con riverenza, con rispetto, quasi con timore. E se parlando di Ortigara, il rischio è quello di cadere nella ripetizione dei fatti, nell’ovvietà delle analisi, basta rammentare una volta di più quello che hanno raccontato i testimoni, come quell’alpino che ha lasciato detto: “La guerra più brutta l’ho vista sull’Ortigara”.

Tanto si è scritto su questa battaglia che ormai ha pochi segreti da nascondere. Però ad una attenta riflessione degli avvenimenti accaduti, si scorge ancora un messaggio da raccogliere e tramandare alle generazioni future. Su quello che probabilmente è il più suggestivo monumento della grande guerra, la colonna mozza posta a quota 2.105 dell’Ortigara, vi sono incise tre scarne parole: “PER NON DIMENTICARE”. Ebbene, il messaggio che ci hanno voluto lasciare coloro che le hanno incise ha una duplice valenza. Non dimenticate, voi generazioni future, la sofferenza, il dolore, lo strazio che reca con sé la guerra, anche la più giusta, anche quella che sembra e a volte è necessaria. Ma soprattutto, non dimenticate chi questi sentimenti li ha provati direttamente, non dimenticate gli uomini che hanno vissuto questa tragedia sulla propria pelle, a volte inconsapevoli a volte andandovi volontariamente incontro. Non dimenticate l’uomo, il ragazzo, il padre, il figlio, lo sposo che qui hanno dovuto lottare sempre con il pensiero alla famiglia lontana.

Panoramica della zona del monte ortigara

Il tentativo che andiamo a fare è proprio quello di vivere dal di dentro le emozioni e le sensazioni che animarono i protagonisti. Il tentativo è quello di dare un nome ed un volto alle migliaia di alpini che hanno combattuto, perché se è facile, nelle rievocazioni, esporre terribili ma pur sempre aride cifre, è altrettanto difficile far capire che dietro ogni numero c’è una persona che ha portato con sé in battaglia il proprio bagaglio di esperienze, che aveva una storia di vita unica e irripetibile, che aveva lasciato altri esseri umani ad attenderlo, che ad un certo punto è dovuto uscire allo scoperto, si è sentito preso di mira come una sagoma di cartone, ha dovuto lottare ed uccidere per non essere ucciso.

A loro e alle generazioni successive, che ne continuarono le tradizioni in altri tragici teatri di guerra, è dedicato questo libro.

Il toponimo Ortigara indica una montagna che nella realtà costituì solo uno, e nemmeno il più importante, degli obbiettivi che si prefissava l’attacco italiano sferrato nella prima parte dell’estate del 1917. Il fronte che vede protagoniste le truppe della 52ª Divisione alpina non è ampio, si tratta solamente di circa un chilometro e mezzo di linea, e comprende, partendo da nord, quota 2.003 (per gli austriaci 2.007), il Passo dell’Agnella, l’Ortigara con le due quote 2.101 (per gli austriaci quota 2.075 “Le Pozze”) e quota 2.105 (per gli austriaci quota 2.107), Regione dei Ponari, Valle dell’Agnella e Monte Campigoletti. Quest’ultimo, adiacente all’Ortigara, va incluso di diritto in quanto la sua mancata conquista sarà determinante nello svolgersi degli avvenimenti.

Quota 2003 dalle trincee di quota 2101 sullortigara

I prodromi della battaglia vanno ricercati nell’anno precedente, quando a seguito dell’offensiva austriaca nel Sud Tirolo, entrata nella storia con il nome di Strafexpedition, la linea difensiva italiana dovette retrocedere fino ai margini dell’altopiano dei Sette Comuni, con ciò abbandonando posizioni che si ritenevano di capitale importanza per la salvaguardia dei confini. Pur riuscendo a contenere la discesa al piano delle truppe imperiali, l’esercito italiano fu costretto dall’abile manovra nemica di arretramento a portarsi su una nuova linea assolutamente inadeguata e in posizione tattica subordinata rispetto a quella dell’esercito austro-ungarico. Non solo. Strategicamente il Trentino, ed ora anche parte del Veneto occupato, continuava ad esercitare la funzione di pericoloso cuneo infilato tra le truppe in linea sul fronte isontino, principale direttrice d’attacco, e le retrovie del paese, soprattutto quelle dove l’industria bellica garantiva il continuo rifornimento di materiale necessario per il proseguo della guerra.

Alpino in un giaciglio improvvisato durante una pausa nei combattimenti

Si rendeva pertanto necessaria, secondo gli intendimenti di Cadorna, la riconquista delle posizioni perdute nel 1916, prima fra tutte Cima Portule, vera testata d’angolo del fronte prealpino, sentinella dell’intero Altopiano e giunzione con l’adiacente fronte dolomitico. In realtà il tentativo non è nuovo. Già al termine della Strafexpedition, Cadorna pensò di utilizzare le truppe della neo-costituenda 5ª Armata per incalzare il nemico in arretramento e riprendere il terreno perduto. Ma con una di quelle operazioni che, pur nella loro difficile apprezzabilità, rientrano di diritto tra le più importanti dell’intero conflitto, le truppe austro-ungariche si sganciarono silenziosamente da quelle italiane e riuscirono a guadagnare la nuova linea difensiva approntata in pochissimo tempo, forti della conoscenza di un terreno che non concedeva nessun appiglio alla manovra offensiva. E se in un primo tempo l’Ortigara non rientrava nella nuova linea austriaca, che aveva come caposaldo estremo Cima Dieci, Monte Calstelnuovo per gli italiani, successivamente vi fu inclusa probabilmente per il suo alto potenziale difensivo e si inserì pertanto nella sequenza geografica: Val d’Assa, M. Interrotto, M. Zebio, M. Chiesa, Porta Lepozze, ossia l’Ortigara. D’altronde lo stesso comando italiano non la riteneva meritevole di menzione, se nei primi ordini di operazione, tutti tesi verso le più importanti mete di Cima Castelnuovo, Cima Dodici e Cima Portule, il nome della montagna non viene inserito tra gli obiettivi da raggiungere.

La battaglia su Monte Ortigara fu combattuta tra il 10 e il 25 giugno 1917, ma nonostante il breve intervallo di tempo essa rimane, e rimarrà, impressa nella memoria collettiva di chi l’ha vissuta come “il calvario degli Alpini”.

Truppe italiane sui pendii dell'Ortigara a quota 2101 il 10 giugno 1917 e lo stesso luogo oggi

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INDICE

Introduzione
Prodromi della battaglia

LE OPERAZIONI MILITARI DEL 1916

La Strafexpedition
Entrano in campo gli alpini
Il Battaglione Bassano
Il Battaglione Sette Comuni
La partenza per l’Altopiano
La battaglia dei Castelloni di San Marco (16/18 giugno 1916)
Le azioni del 16 giugno
Le azioni del 17 giugno
Gli avvenimenti del 18 giugno e dei giorni seguenti
La riconquista di Cima della Caldiera (26 giugno 1916)
Il primo ciclo di operazioni contro M. Ortigara (30 giugno/10 luglio)
Le operazioni dal 21 al 24 luglio
L’Operazione K

LE OPERAZIONI MILITARI DEL 1917

La “Difensiva nell’ipotesi uno”
Il secondo ciclo di operazioni contro Monte Ortigara (10/15 giugno)
Dal 19 al 23 giugno
La perdita dell’Ortigara (24/25 giugno)
La fine della battaglia
I Battaglioni Sette Comuni e Bassano
Considerazioni finali
I Battaglioni alpini nella battaglia dell’Ortigara

ITINERARI SUL CAMPO DI BATTAGLIA
A cura di Mario Busana
Itinerario 1 - Sentiero con segnavia Tricolore
Itinerario 2 - Cima Caldiera, Cima Ortigara, Valle dell’Agnella
Itinerario 3 - Camminamenti e trincee
Itinerario 4 - Cimitero austriaco III/37°

Note
Bibliografia
Ringraziamenti

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