Pubblicata il 10 apr 2019 alle 12.05
Ambiente e Natura
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L’articolo è tratto dal numero del quindicinale L’Altopiano di sabato 6 aprile 2019, acquistabile in tutte le edicole dell’Altopiano.
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E’ un vulcano di idee.
“Confusionaria”, dice lei, caratteristica non negativa, direi, e comune a tutte le persone creative. Alla base del suo fare, organizzare,
ideare, creare c’è sempre il solito filo conduttore:
un profondo sentimento d’amore per la natura dell’Altopiano, la sua terra.
Cristina Panozzo, 37 anni, lavora nell’azienda agricola di famiglia e, con l’aiuto di papà, ha dato vita anche alla fattoria didattica “Il Cason delle meraviglie”, un’oasi naturale di proprietà, ai margini del bosco; un piccolo meraviglioso angolo d’Altopiano, a Treschè Conca, in cui propone diverse attività ludico-didattiche allo scopo di avvicinare i bambini alla natura, trasmettendo loro tante conoscenze che poi si traducono in amore e rispetto per l’ambiente che ci circonda. “Insegno tutto quello che è stato insegnato a me” sottolinea.
Dopo la tempesta Vaia, abbiamo sentito molto parlare di lei per essere stata l’ideatrice della campagna “#Adotta un albero” che l’associazione Coldretti ha voluto fare propria lanciandola poi a livello provinciale. Un’iniziativa che ha avuto grande successo e che ha vissuto alcuni momenti anche oltre i confini provinciali e
regionali, trovando eco perfino a Palermo.
“L’iniziativa #Adotta un albero è partita quasi per caso – racconta Cristina – il disastro successo il 29 ottobre mi ha davvero turbata. Il primo pensiero che ho fatto riguarda il fatto che mia figlia Emy che oggi ha due anni non potrà vedere lo stesso paesaggio che io ho sempre conosciuto e così ho subito pensato di fare qualcosa per sensibilizzare l’opinione pubblica e per raccogliere fondi per il ripristino ambientale. Spinta da tante emozioni, ho cominciato a realizzare degli alberelli lavorando dei pezzi di tronco degli alberi abbattuti con la motosega. Li ho portati a Vicenza in una conferenza stampa alla quale ho partecipato come rappresentante di Donne impresa e l’idea ha trovato apprezzamento e condivisione”.
“Ci tengo a sottolineare la particolare sensibilità ed attenzione che il presidente di Coldiretti Martino Cerantola e il direttore Roberto Palù da sempre, e in questo frangente ancor di più, dimostrano per il nostro territorio”
Da lì, gli alberelli (realizzati da Cristina con l’aiuto di altre persone, il suo compagno soprattutto, Damiano Panozzo, che allo scopo ha lavorato anche di notte, ma anche un volontario di Noventa Vicentina, Luigi Buratti, e poi i boscaioli di Enego) sono stati oltre 300 e sono andati a ruba. Non solo alberi, però. Mettendo in
moto la sua fantasia, Cristina ha anche raccolto e racchiuso in dei vasetti le “lacrime degli alberi” ovvero le gocce di resina, buone per profumare gli ambienti.
E’ partita così la raccolta fondi, indispensabile per l’acquisto delle piante necessarie alla riforestazione e per la quale è sempre attivo un apposito conto corrente bancario.
Lacrime è anche il titolo del filmato realizzato per promuovere l’iniziativa soprattutto nelle scuole in cui Cristina parla del dolore degli alberi e invita, insieme al presidente Martino Cerantola, a partecipare alla campagna #Adotta un albero.
“Per capire quanto è importante per noi adottare un albero – dice Cristina nel video - basta entrare nel bosco ad ascoltare, perché il bosco ci parla”.
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La partecipazione della gente è stata grande fin da subito. “Ai mercatini della Coldiretti – sottolinea Cristina - mi sono commossa nel vedere il coinvolgimento della gente e nel constatare quanto l’Altopiano sia amato da tutti coloro che per vari motivi lo frequentano. Noi siamo i custodi di un territorio che è sentito come patrimonio di tutti. Tanti mi hanno detto di non avere ancora avuto il coraggio di venire a vedere con i loro occhi quel che è successo. Numerose le donazioni finora ricevute, di varie entità: dal notaio padovano che ci ha donato 20 mila euro alle persone che ce ne hanno dato 50 euro”.
Con le tante iniziative di raccolta, avviate anche da Donna impresa di Coldiretti, si andrà dunque a piantare nuove piante, a cui chi contribuisce può dare il proprio nome.
“Il progetto è quello di realizzare un bosco didattico. – dice Cristina - Un primo percorso di conoscenza del territorio, al quale si può legare anche la promozione delle produzioni locali”
“Piantare gli alberi è un bellissimo simbolo legato alla vita che sboccia. Da noi c’è la tradizione di piantare una piantina quando nasce qualcuno. Mio nonno lo ha fatto quando sono nati mio padre e mio zio, sono i bellissimi ciliegi al Cason delle meraviglie; mio padre l’ha fatto quando sono nata io e l’ho fatto anche io:
quando è venuta al mondo mia figlia ho piantato una susina. Con adotta un albero si dà la possibilità a tutti di contribuire alla rinascita dell’Altopiano”.
Ha davvero un sensibilità particolare Cristina e l’amore per la natura che traspare dai suoi occhi e dalle sue parole ce l’ha dentro da sempre.
“Della natura amo specialmente le piccole cose che trovo di una grandezza immensa: una formica che porta il suo cibo, un lombrico che si muove nell’acqua… Devo questo profondo legame con la terra, il bosco e la natura a nonna Lella. Lei era padovana, ma era innamorata dell’Altopiano e mi portava sempre in bosco. Il luogo dove è nato il Cason delle meraviglie era il posto magico dove mi rifugiavo sempre quando avevo bisogno di star bene. Aver realizzato lì la fattoria didattica è un sogno che avevo da tanto tempo e che oggi sto vivendo”.
La passione per la natura sembra essere innata anche nella piccola Emy, sua figlia. “Lei – ci dice - è come me: adora stare all’aperto”.
Parlare con Cristina è un modo efficace per riscoprire l’amore per la natura: con i suoi occhi innamorati si vedono tante cose che in genere sfuggono alla maggior parte delle persone; il suo entusiasmo e la poesia con cui descrive le meraviglie della natura sono coinvolgenti. Ora, soprattutto davanti agli alberi, staremo attenti e
in silenzio per ascoltare quello che, nella loro infinita saggezza, hanno da dirci.
Stefania Longhini
Foto dal giornale l'Altopiano
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