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Melette, verso il “closing” dell’operazione per l’acquisto

Pubblicata il 7 feb 2018 alle 15.31
Turismo

  •      Giornale l'Altopiano 27 gennaio 2018
  • L’articolo è tratto dal numero del quindicinale L’Altopiano di sabato 27 gennaio 2018, acquistabile in tutte le edicole dell’Altopiano.
     
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Si è tenuta in Municipio ad Asiago lo scorso 23 gennaio la conferenza stampa indetta dai sindaci di Asiago e Gallio per fare il punto sul progetto “Melette” sia sotto il profilo dell’andamento dei lavori che dell’iniziativa privata di azionariato diffuso per l’acquisizione dell’attuale società Melette 2000. Poche le novità emerse rispetto a quanto sempre puntualmente riportato dal nostro giornale, dato che sono stati illustrati progetto, situazione dei lavori e previsioni sull’andamento futuro degli stessi, oltre che fatto il punto della raccolta delle sottoscrizioni.
Più che altro è emersa la fiducia nella conclusione positiva di quest’ultima.

Le amministrazioni – ha esordito il sindaco di Asiago hanno dato vita a un investimento dal quale si aspettano ricadute importanti su tutto il territorio dell’Altopiano, in particolare per la conca centrale formata dai Comuni di Asiago, Gallio e Roana. Quello che ci prefiggiamo sostanzialmente è raggiungere l’obiettivo di rilancio e sviluppo delle Melette, ma soprattutto di sostenibilità economica di tutto il territorio, perché i benefici che questi investimenti producono vengono a quantificarsi essenzialmente nell’indotto economico che determinano. I lavori sono stati appaltati e sono in fase di realizzazione, e puntiamo alla riapertura del comprensorio per la prossima stagione invernale”.

Dal canto suo, il sindaco di Gallio Emanuele Munari ha ricordato come le Melette storicamente siano state importanti per l’altopiano in generale, e come negli anni 80, 90 e inizi 2000 abbiano rappresentato un volano importante per l’economia invernale, non solo, di una vasta fetta di territorio. “Ci aspettiamo – ha affermato - con questo forte investimento di far ritornare questo comprensorio ai fasti di una volta, anzi di migliorare quelli che erano gli standard qualitativi in chiave invernale, ma anche in chiave estiva. Il nome Melette è ancora riconosciuto con nostalgia da tante persone”.

Roberto Rigoni Stern ha anche ricordato come partendo dall’acquisizione degli 8 milioni di euro di fondi ex Odi, grazie agli investimenti programmati si sia riusciti con un'ulteriore tornata di fondi a portare in Altopiano quasi 24 milioni di euro. “Crediamo che questa progettualità in sinergia tra comuni – ha aggiunto - possa determinare una svolta vera e propria in tutto quello che è il piano di investimenti finalizzato a rilanciare il territorio”.

L’architetto Donatella Michelazzo, che dirige l’ufficio tecnico di Asiago, ha presentato una breve scaletta dei lavori, che sono divisi in tre lotti: il lotto 2 (Busafonda - Meletta di mezzo con la seggiovia sei posti ad agganciamento automatico ), il lotto 3 (Busafonda – Longara, seggiovia biposto ad agganciamento fisso) e lotto 4 (spostamento della strada, realizzazione dei parcheggi a valle e del ponte - pista di attraversamento); la previsione è che ad autunno 2018 dovrebbe essere tutto completo per poter partire con la stagione invernale prossima.

La parola è passata poi ai promotori della sottoscrizione popolare per la nuova società, che hanno spiegato come al momento ci siano più di 200 adesioni e come sia praticamente pronto il preliminare per l’acquisizione dell’intera proprietà delle Melette della famiglia Marchesi. “Attualmente – ha specificato Mario Paganin, promotore dell’iniziativa con Mario Timpano e Paolo Rigoni - siamo arrivati a una sottoscrizione di 2 milioni 150 mila euro. Il risultato dei 3 milioni di euro è prossimo, siamo dunque vicini alla meta e a chi ci chiede cosa faremo se non riusciremo a raggiungerla rispondiamo che in ogni caso non intendiamo fare marcia indietro, quindi la soluzione la troveremo. Diciamo che speriamo che arrivi ancora qualche investitore locale, visto che mancano al momento proprio gli imprenditori più importanti. Tra questi, le agenzie immobiliari che dovrebbero essere le prime interessate, e speriamo colmino la piccola lacuna che ci resta”.

Mario Timpano ha voluto anche ribadire come il progetto Melette sia un binomio che accomuna la necessità di acquistare una società che da un paio di anni ha smesso per vari motivi la gestione del comprensorio, alla grande e forse irripetibile opportunità che deriva dai fondi ex Odi e da quelli messi dai comuni: 10 milioni di euro per beni che rimarranno di proprietà dell’ente pubblico, ma verranno dati in concessione d’uso alla società che risulterà poi assegnataria della concessione.
Se per questa operazione fossero stati necessari 13 milioni di euro, non sarebbe stato possibile farla con l’azionariato diffuso, ma in questo caso l’azionariato diffuso è chiamato a dare assistenza per 3 milioni di euro, avendo benefici poi per ulteriori 10. E’ questo il grande vantaggio che deve essere recepito da chi ancora è titubante o non è convinto della certezza che la prossima stagione verranno portati a compimento i lavori da entrambe le parti per arrivare alla riapertura. Manca ancora un passettino, ma pensiamo di riuscire a iniziare la fase finale del cosiddetto closing per portare a casa effettivamente la gestione della società”.

Mario Paganin ha anche sottolineato come si intenda aprire già per l’estate le baite, per evidenti interessi sia di carattere professionale che di promozione, mentre Timpano ha aggiunto che, dopo questo primo step, gli sforzi andranno concentrati sull’assoluta necessità di cominciare a ragionare per la certezza dell’innevamento. “Per l’economia dei paesi invernali è fondamentale avere impianti adeguati – ha aggiunto. - Si criticano gli impianti di risalita dicendo che non producono reddito, è vero che non producono reddito proprio, o ne producono poco, ma non dimentichiamoci del parametro che 1 euro che transita per gli impianti di risalita ne fa ricadere altri 8 sul territorio. Gli impianti ci vogliono e se manca la neve va fatta”.

Le amministrazioni – ha detto a conclusione dell’incontro Emanuele Munari – sono ansiose di venire a conoscenza del closing, perché finalmente avranno un partner serio e affidabile con il quale dialogare e programmare. Ora sarebbe il colmo che per incapacità della parte imprenditoriale fosse la parte pubblica a doversi gestire gli impianti, per cui spero e confido che il tessuto economico, i singoli cittadini, i molti turisti affezionati, gli immobiliaristi possano mettersi una mano sulla coscienza e dare il proprio contributo alla chiusura del progetto d’azionariato diffuso, che si confermerebbe come un fatto storico per l’Altopiano, dandoci anche per questo grande motivo di orgoglio”.

Silvana Bortoli

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