La casa atelier di Moreno Panozzo trasformata in set cinematografico

“Una location d’alto livello – dice il regista Luciano Luminelli che per la pellicola rappresenta un plus valore”

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• L’articolo è tratto dal numero del quindicinale L’Altopiano di sabato 6 ottobre 2018, acquistabile in tutte le edicole dell’Altopiano.
   
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Una settimana di ciak in Altopiano per le riprese del film diretto da Luciano Luminelli “Come Fratelli” che sarà nelle sale cinematografiche a Natale.
Il set è stato allestito nella casa atelier dell’artista altopianese Moreno Panozzo in via Paganini. Un luogo sicuramente particolare e magico, a pochi passi dal centro di Asiago.

Ma come è nata l’idea di coinvolgere Moreno Panozzo e usufruire della sua splendida abitazione?
Ce lo spiega il regista Luciano Luminelli.
“E’ stata di Patrizia Dal Toso (della Distilleria Rossi, tra gli sponsor del film. ndr) a suggerirci questa idea. Sapeva che stavamo cercando una location d’alto livello quale appunto una villa. Arrivati in sopralluogo ad Asiago siamo rimasti basiti perché questa casa atalier è una location vera. Non abbiamo dovuto fare nulla noi, solo metterci le attrezzature e gli attori e girare le scene. Una location straordinaria che sarà un plusvalore anche per il film”.

Si parlerà dell’Altopiano e di Moreno Panozzo nel film?
“Certo. Si vede molto di Moreno Panozzo, non solo la sua casa ma anche le sue opere che vengono spesso riprese. E poi durante una scena verrà pure citato in maniera diretta da una delle protagoniste del film. Una bella vetrina, anche per il territorio, perché il percorso di presentazione del film sarà di carattere nazionale ed internazionale con la partecipazione della pellicola a vari festival. Insomma, lo porteremo un po’ a spasso per il pianeta”.

Nel film si vedranno anche alcune immagini in esterno riprese a Gallio. Come fratelli sarà nelle sale cinematografiche a Natale.

Moreno Panozzo ha visto la sua casa messa letteralmente sottosopra per una settimana per ospitare attrezzature e cast del film. Una trentina le persone che giravano da una stanza all’altra nei cinque giorni delle riprese. Un autentico
accampamento, in alcuni momenti anche di difficile gestione .
“Per me è stata un’esperienza di vita, un racconto con un bel contenuto che si è integrato bene con questo ambiente. La presenza delle mie opere ha sicuramente dato un bel contributo emotivo. Come del resto il film ha dato un bel contributo
al mio Atelier, a questa struttura che reputo abbia un bel contenuto di magia. Il cinema in generale poi è magia e quindi questa unione ha creato alcune alchimie davvero particolari”.

L’artista altopianese sottolinea anche l’importanza che iniziative come queste rivestono per l’intero Altopiano dei Sette Comuni.
“Per il territorio penso sia una grande opportunità accogliere queste proposte. Io, quando me l’hanno presentata, l’ho abbracciata subito perché ogni cosa che parla di noi, se ben fatta, credo porti grandi opportunità e diversi valori aggiunti. Il nostro territorio merita di essere rivisitato, reinterpretato, fatto vedere sotto una nuova luce. L’arte è una grande forma di comunicazione come del resto lo è il cinema. Credo che unire queste ed altre forze, con l’indispensabile contributo di tutti non possa che fare un gran bene all’Altopiano”.

D’accordissimo sotto questo aspetto anche il presidente dell’Unione Montana e sindaco di Gallio Emanuele Munari che pure ha avuto una parte attiva in tutto questo.
“Come Comune di Gallio – dice – ci siamo presi carico dell’ospitalità di una parte della troupe e del cast, che sono stati alloggiati all’Hotel Gaarten. Una parte invece era ospitata al Meltar Resort. Voglio fare un grande plauso a Moreno che oltre a farsi conoscere con la sua arte fuori dall’Altopiano contribuisce in modi diversi a diffondere il nome del nostro territorio e a valorizzarlo con diverse iniziative anche in ambito turistico”.

Stefania Longhini

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UN CAST D'ECCEZIONE

Due bambini di estrazione sociale diversa. Un’infanzia in comune a Roma. Poi, le difficoltà e il sudore per Mauro, l’annoiata ricchezza per Fabio: due vite che prendono sentieri differenti, fra salite e discese.
Fino all’incontro inaspettato in Veneto: un territorio magico, che diventa il vero protagonista del film che Luciano Luminelli - regista romano, alla seconda pellicola dopo una vita dietro la sedia di Monicelli – ha girato anche in Altopiano.
Fra i protagonisti ci sono Simone Montedoro, nei panni del ricco e annoiato Fabio, Stefano Pesce, lo squattrinato scrittore Mauro. Poi c’è Sebastiano Somma, nei panni di un prete, e Astra Lanz, madre del co-protagonista più povero.
E poi ancora Alessandro Gassmann, Neri Marcorè, Sabrina Knaflitz e Barbara Livi, solo per citare i principali.

Articolo e foto del Giornale L'Altopiano